Roma – Una foto in costume, postata su Facebook dopo aver ottenuto la semilibertà, si è rivelata “fatale” per Doina Matei, la romena che il 25 aprile 2007 uccise, colpendola con la punta dell’ombrello in un occhio, Vanessa Russo, 23 anni, nella metropolitana di Roma. Quelle immagini postate sul social network hanno spinto il giudice di sorveglianza di Venezia a revocare il provvedimento di semilibertà e la donna è tornata al carcere della Giudecca.
In questi giorni la romena stava scontando un permesso speciale, per buona condotta e per il suo pentimento, che le consentiva di dormire all’esterno nonostante la condanna a 16 anni per omicidio preterintenzionale.
“Questo è un brutto passo indietro per la mia assistita. – ha commentato l’avvocato Nino Marazzita – Forse dovuto all’effetto del polverone mediatico che si è sollevato sul caso dopo la pubblicazione di quelle foto. Ma la sospensione durerà giusto il tempo di discuterla davanti al tribunale di Venezia dove dimostreremo che fra i divieti non c’era quello specifico dell’uso del social network”. “Doina – ha spiegato Marazzita – aveva ottenuto la semilibertà nove mesi fa: io avevo puntato sulla sua condotta in carcere, sul fatto che avesse avuto un vissuto alle spalle molto particolare e sul percorso di recupero che in cella aveva avviato. Conto che la questione possa ridimensionarsi nei prossimi giorni”.
In merito alla decisione di pubblicare delle foto sul social network, l’avvocato afferma che “Matei è stata vittima di una bomba mediatica” ma che “forse si è lasciata trascinare dalla vanità. Va capita: è ancora una ragazza e non dimentichiamo che viene da un retroterra familiare terribile”.
La Matei era venuta in Italia per cercare un futuro migliore per i suoi due figli, avuti a 14 e a 17 anni. Ma iniziò a prostituirsi e, disse, “fu per me il buio delle notti, il gelo del marciapiede fino a sfiancarmi la carne e l’anima”. Dopo il pentimento e i tentativi di chiedere scusa ai familiari di Vanessa Russo, Doina perde, al momento, quella speranza di tornare in libertà e di poter rivedere i figli. E’ anche autrice di un libro, in cui aveva scritto: “Vanessa non aveva vissuto molti giorni felici,tutti gli altri glieli avevo tolti io. È soprattutto la felicità possibile che le ho sottratto che mi logora con tormento maggiore”.