Caso Regeni, Al Sisi: “I media egiziani hanno pubblicato menzogne. Stare attenti”

di Stefania Arpaia

Il Cairo – Sono pesanti le parole del presidente egiziano Abdel-Fattah al Sisi, che torna a parlare del caso Regeni, il giovane studente trovato morto a Il Cairo, e scagiona i servizi segreti locali.

Secondo al Sisi non sarebbero stati i servizi segreti ad uccidere il giovane che, per di più, non era monitorato per il suo coinvolgimento politico nell’ambito universitario. Poi l’attacco contro i media che hanno creato un polverone di polemiche intorno all’accaduto, provocando tensione tra i due Paesi, Italia ed Egitto.

“Giulio Regeni è stato ucciso da gente malvagia – ha dichiarato – i media hanno pubblicato menzogne ed è necessario, stare attenti”.

“Dall’inizio della vicenda – ha proseguito – alcuni di noi hanno accusato gli apparati di sicurezza attraverso i social network e molti di noi hanno preso per buone queste notizie. Chi fa il giornalista però deve avere fonti, deve fare ricerche”.

“Noi egiziani abbiamo creato un problema con l’assassinio di Giulio Regeni – ha detto in occasione dell’incontro con i portavoce dei gruppi parlamentari e del Consiglio nazionale per i diritti umani, – Il problema è stato generato dalla pubblicazione da parte di media egiziani di menzogne”. Poi ha ribadito le sue condoglianze alla famiglia del giovane ricercatore italiano.

E ancora: “L’Egitto ha agito in totale trasparenza e i rapporti con l’Italia sono unici. Voglio dire che stiamo affrontando questo problema nel modo più trasparente. Voglio ricordare che il procuratore generale sta seguendo di persona le indagini, questo significa che il caso è in cima all’agenda dell’autorità giudiziaria”.

Poi l’invito rivolte alle forze dell’ordine italiane: “Gli inquirenti italiani siano con noi e partecipino a tutti gli sforzi che si fanno”.

Le sue parole sono riferite dai tweet di Daily News Egypt.

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