Carinaro – Il gruppo consiliare di opposizione “Uniti per Cambiare” non ha partecipato, per protesta, alla seduta del Consiglio comunale di Carinaro tenutasi il 28 aprile. Una decisione che rappresenta il prosieguo della polemica scatenatasi durante la seduta del 31 marzo scorso (guarda qui) quando la minoranza denunciò l’atteggiamento del presidente del Consiglio, Paolo Sepe, del sindaco Dell’Aprovitola e della maggioranza, i quali impedirono al capogruppo Giuseppe Barbato di prendere la parola e comunicare al Consiglio le ragioni per le quali egli non aveva partecipato alla conferenza dei capigruppo e, nel contempo, domandare al sindaco le ragioni per le quali, visto che non lo aveva fatto in sede di comunicazioni, non aveva sentito il dovere di comunicare all’Assise che, a seguito del tragico incidente che aveva determinato la morte della piccola Rosa Di Biase, erano pervenute comunicazioni giudiziarie a carico di alcuni dipendenti ed agli stessi amministratori del Comune.
Così l’opposizione ha dato forfait in occasione della seduta di giovedì, inviando al Consiglio una missiva, letta prima dell’avvio dei lavori consiliari. “In qualsiasi assemblea democratica d’Italia, pur nel rispetto delle regole e dei ruoli – si legge – un presidente del Consiglio comunale, tradendo le funzioni di terzietà che la legge gli assegna, si sognerebbe di impedire ad un capogruppo dell’intera opposizione, che rappresenta il consenso del 50% del paese, di fare brevi comunicazioni, peraltro riguardanti fatti seri ed importanti. Ne è facilmente riscontrabile in altri Comuni che l’intera maggioranza dimostri altrettanto penosa solidarietà a chi pone in essere manifesta violazione dei diritti di democrazia e di partecipazione.
Aver voluto giustificare la grave sopraffazione con la necessità di una pretesa osservanza delle norme del regolamento appare un penoso tentativo per mascherare un atteggiamento arrogante e prepotente, che non trova riscontro nella prassi dei lavori consiliari di qualsiasi assemblea comunale, compresa quella di Carinaro, in cui si registrano palesi e reiterati violazioni regolamentari, soprattutto per quanto riguarda il diritto di parola, la successione ed i tempi d’intervento, gli interventi spontanei, le repliche e le interruzioni non autorizzate, eccetera. Già da quando si stanno verificando questi simili atteggiamenti il capogruppo non ha partecipato a riunioni, a commissioni e così faranno tutti i consiglieri della minoranza.
Basta andare dietro di poco tempo, per ricordarsi che a nessuno, né tantomeno all’attuale vicesindaco, quando era consigliere di opposizione, è stato mai impedito fare comunicazioni o prendere la parola, anche dopo le comunicazioni dei sindaci dell’epoca. La stessa notifica della copia del regolamento consiliare alle abitazioni dei consiglieri di opposizione, disposta dal Presidente del consiglio, è apparsa vera provocazione che conferma la ferma e consapevole volontà di mortificare l’intera opposizione ed i cittadini rappresentati.
Un regolamento va interpretato, al di là della lettera della norma. E, come vengono consentite ripetute piccole violazioni, soprattutto quando esse si manifestano come arricchimento di democrazia e non come mezzo per impedire l’ordinario svolgimento dei lavori consiliari, così non doveva essere impedito al capogruppo dell’opposizione di fare delle brevi e veloci comunicazioni.
E se c’è chi fa finta di volersi attaccare al regolamento, si abbia almeno il coraggio di prevedere una velocissima modifica regolamentare, come quella di prevedere la possibilità che le comunicazioni possano essere fatte dal sindaco e da uno dei consiglieri, a nome del proprio gruppo. Questo anche per far fronte a urgenti necessità che possono verificarsi nel corso della vita consiliare. D’altra parte, il diritto riconosciuto anche ai consiglieri comunali di poter dare brevi comunicazioni è previsto in numerosi regolamenti consiliari di città e di piccoli paesi.
A fronte del manifestato atteggiamento di prevaricazione dell’intera maggioranza, che è continuato anche nei giorni successivi attraverso dichiarazioni pubbliche e, considerato che questi metodi di prepotenza e di gravi violazioni dei diritti delle minoranze persistono sin dall’insediamento di questa Amministrazione, il gruppo ‘Uniti per Cambiare’, all’unanimità ed in segno di forte protesta, decide di non partecipare alla seduta del Consiglio comunale del 28 aprile e di informare il Prefetto di Caserta, la Commissione Antimafia, l’Anac e tutti gli organi di informazione”.