Aversa – Dal 7 maggio al 11 giugno uno dei palazzi storici, tra i più belli della città, Palazzo Parente, ospiterà una mostra fotografica molto suggestiva.
La mostra è stata ispirata dalla storia della chiesa di Santa Maria Succurre Miseris, che ripercorrerà con grande intensità, le strade e i luoghi della sofferenza e della Misericordia.
Cinque singolari fotoreporter, animati da una straordinaria passione e dalla voglia di riscoprire un volto della città, sconosciuto ai suoi stessi cittadini, percorrono, attraverso immagini di antica memoria, un itinerario proposto ad un presente distratto e caotico, ma forse non del tutto insensibile alle proprie origini.
Camminando per le strade della città, non è difficile scorgere cantieri perenni, ormai assunti alla stregua di arredo urbano, posti a ridosso di monumenti di straordinaria ricchezza storica ed artistica, ancora imponenti ed eretti ormai da secoli sulle proprie fondamenta eppure internamente depauperati dell’antico splendore, rattristati dall’indifferenza e condannati ad un oblio eterno.
Chiese, strade, edifici, pietre e la luce di un mattino assolato che si poggia su pezzi di storia ed arte, testimoni silenziosi della grandezza ma anche della miseria umana.
Cupole di chiese ricche di affreschi talmente belli da commuovere come i versi di una poesia o la melodia di una musica immortale, ma anche stanze di urla e di dolore, luoghi in cui una mente sana poteva anche impazzire solo vivendo nell’inconsapevolezza della diversità.
Tempo fa il famoso fisico Einstein disse: “La domanda che a volte mi lascia confuso è: sono pazzo io o sono pazzi gli altri?”.
Con questa mostra, i nostri cinque osservatori hanno voluto insinuare lo stesso dubbio, proponendo alla nostra conoscenza luoghi come la Chiesa sita in via Succurre Miseris dove veniva offerto l’ultimo atto Divino della Misericordia a coloro che venivano poi giudicati dal limite umano della superbia.
Tanta meraviglia e tanta storia, purtroppo, celate e proibite agli occhi di tutti, verità non spiegate, non mostrate, non condivise che oggi riaffiorano grazie al colpo d’occhio della sensibilità artistica ed umana degli autori.
L’evento è stato reso possibile dall’impegno e dall’entusiasmo dell’avvocato Antonio Santi, fondatore dell’associazione “Gaetano Parente” e da tutti coloro che, a vario titolo, si impegnano costantemente nel fare cultura e informazione.