Pareggio con il Cellole: i santarpinesi criticano direzioni arbitrali

di Redazione

Francesco CaponeSANT’ARPINO. La partita di cartello del campionato di prima categoria girone “A” che sabato scorso ha messo di fronte il Sant’Arpino e il Cellole, che occupano il primo posto in classifica, si è conclusa con un pareggio.

Un risultato che sta strettissimo ai santarpinesi, che dominano per tutti i novanta minuti senza riuscire a conquistare l’intera posta in palio. I giallorossi hanno molto su cui recriminare, soprattutto sulla direzione arbitrale apparsa inadeguata per un match di cartello. Una conduzione della partita che ha lasciato sconcertati società e tifoseria santarpinese. Due nettissimi rigori non sanzionati alla squadra di casa, senza contare la rete che regalava il pari al Cellole scaturita da una chiara posizione di fuorigioco.

Episodi del genere si stanno verificando ai danni della squadra del presidente Francesco Capone con una certa puntualità dall’inizio del campionato. L’Asd Città di Sant’Arpino non sa spiegarsi quest’ambiguo accanimento delle ex giacchette nere. Sant’Arpino sia come cittadina, sia come realtà calcistica si sta affacciando con tantissimo entusiasmo al calcio regionale che conta, in virtù di questo non ci sta a recitare la parte della vittima sacrificale in nome di un qualcosa che non si riesce bene a decifrare. Il Comitato Regionale è chiamato in causa. Gli organi preposti devono far luce su una questione che incomincia a farsi insostenibile. L’Asd Città di Sant’Arpino, attende risposte serie e concrete. Ciò che è in gioco, non sono solo i tre punti in palio, ma la dignità di un gruppo dirigente, il quale, a causa degli “orrori” arbitrali, sta mettendo a dura prova un progetto ambizioso per lo sviluppo sociale del territorio atellano.

Il commento del presidente Capone: “Ci sentiamo abbandonati e non tutelati dal Comitato. Non è possibile mandare un arbitro scarso e con poca personalità a dirigere un incontro cosi importante e delicato. La nostra non è una forma di vittimismo post partita, ma un grido che inneggia alla giustizia. Noi non vogliamo favori da nessuno, quello che reclamiamo, e riteniamo di averne diritto, è il rispetto verso questa società che quotidianamente è impegnata attraverso il calcio in un’opera sociale. Spero che non si tratti di nessun disegno occulto ordito alle nostre spalle. Se fosse cosi, sarebbe mortificante per tutti. Io credo fermamente nella giustizia e nell’imparzialità del governo calcistico campano. Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico”.

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