Pizzo ad una farmacia, nuova ordinanza contro “Sandokan” junior

di Redazione

 Caserta. Su mandato di Carmine Schiavone, figlio del boss Francesco, detto “Sandokan”, avevano chiesto il pizzo al titolare di una farmacia di San Cipriano d’Aversa.

Con l’accusa di estorsione, gli agenti della squadra mobile di Caserta, diretta dal vicequestore Alessandro Tocco, hanno così tratto in arresto lo stesso Schiavone junior, 30 anni, già detenuto, e Pasquale Mauriello, 47, mentre Carmine Iaunese, 46, deve rispondere del reato di ricettazione. I fatti risalgono al periodo tra ottobre e novembre 2012. Le indagini si sono avvalse anche delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che, tratti in arresto per attività estorsive, avevano poi deciso di rivelare agli investigatori alcuni episodi che li vedevano coinvolti personalmente.

La ricostruzione degli investigatori ha dato conferma del ruolo apicale di Carmine Schiavone e della sua determinazione ad attuare una strategia criminale improntata su diffuse, sistematiche e continue attività estorsive sul territorio. Le estorsioni venivano ritenute, infatti, sia una fonte indispensabile di finanziamento del sodalizio che un essenziale strumento di “controllo sociale”, funzionale a perpetrare uno stato di assoggettamento della popolazione, stato che appariva in pericolo a causa dei successi investigativi conseguiti negli ultimi anni da magistratura e forze dell’ordine.

A Schiavone junior è contestato il ruolo di mandante della richiesta di pizzo alla farmacia; richiesta formulata materialmente da Mauriello e dagli altri affiliati poi divenuti collaboratori di giustizia. Al farmacista era stato intimato il pagamento di 5mila euro (poi ridotti a 2500) che, una volta ritirati, venivano ritirati da Iunese, all’epoca “cassiere” del clan.

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