Dalla pastiera all’uovo di Pasqua. Grandi chef e maestri pasticcieri in gara

di Redazione

 Napoli. Li chiamano i “magnifici dieci” e si sono esibiti, in occasione della prossima Pasqua, insieme per proporre tutti i dolci della festa, tra tradizione e innovazione.

Un incontro tra chef e maestri pasticcieri, un incrocio di esperienze e di artigianalità della nostra regione organizzato con il Molino Caputo. Tutti nomi di prestigio. C’è Daniele Bonsi, pasticciere di Gennarino Esposito alla Torre del Saracino di Seiano; il talentuoso Peppe Guida dell’Antica Osteria Nonna Rosa a Vico Equense; Peppe Aversa grande patron del Buco di Sorrento; la first lady Antonella Rossi di Napoli Mia; lo chef residente Fabio Ometo di Donnanna.

E poi ci sono i pasticcieri a tutto tondo, i più famosi: il mitico Sal De Riso da Minori; il salernitano Alfonso Pepe, da Sant’Egidio del Monte Albino; Giuseppe Manilia da Montesano sulla Marcellana; il decano Sabatino Sirica da San Giorgio a Cremano; l’emergente Stella Ricci da Montesarchio. Dire Pasqua è dire pastiera. Tipicamente napoletano, estraneo alla tradizione di altre regioni, dolce di simbolismo antico, con i suoi ingredienti “archetipici”: uova, ricotta e grano cotto.

La leggenda la lega addirittura alla sirena Partenope, alla quale gli abitanti avrebbero recato in dono i sette ingredienti, poi mescolati dal vento e dalla benevolenza degli dèi. In ciascuna casa partenopea, si dice, c’è una ricetta segreta che viene tirata fuori appositamente per la festa. E ciascuna famiglia pretende di avere quella unica, originale. Appena fuori città si incontrano molte possibili varianti. A Sorrento vi si aggiunge la crema pasticciera. A Nola al grano si sostituisce il riso. Nel Vesuviano si usa anche la pastiera di pasta, fatta con spaghetti sottili. I maestri pasticcieri non potevano dunque non esibirsi nelle loro personali interpretazioni di questo classico.

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Si sottrae all’elenco solo la più giovane Ricci, che ripropone i dolci più antichi del suo territorio; “pizzi e palummo” e “tarallo scaurato”. Giuseppe Manilia ha preparato monoporzioni di pastiera senza grano e tre cioccolati con profumi del Cilento. Sempre pastiera per Sabatino Sirica, forse il più coerente con la tradizione; per Peppe Guida la pastiera diventa una creme brulée, che viene servita con la colomba alle mandorle; per Sal De Riso la pastiera si trasforma in un dolce a forma di uovo; Antonella Rossi propone un freddo di pastiera in biscotto di grano e una sfera di colomba con mandorle e arancio; Peppe Aversa sceglie una frolla di grano e ricotta con freddo di Corbara; Fabio Ometo una cassata infornata e monoporzioni di pastiera scomposta. Come se non bastasse, ci sono le colombe gourmet di Alfonso Pepe e l’ultima nata delle colombe De Riso, la Fiordaliso, preparata con burro di bufala.

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