Processo Cosentino, Facchi parla di “pezzi di Stato deviati” in gestione rifiuti

di Redazione

 Caserta. Un sistema giudiziario “deviato”. E’ la definizione utilizzata da Giulio Facchi, ex subcommissario di governo per l’emergenza rifiuti in Campania, nel corso del processo a carico dell’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino.

Imputato nel procedimento insieme a Cipriano Chianese, ex titolare della Resit e cosiddetto “re delle ecomafie”, Facchi ha raccontato al pm Alessandro Milita: “Incontrai gli agenti dei servizi segreti nei loro uffici a Roma e parlai con loro per ben otto ore in un’occasione. Non ho mai utilizzato il termine ‘deviato’, ma quando guidavo il commissariato di governo per l’emergenza rifiuti in Campania mi rendevo conto che a essere davvero ‘deviato’ era tutto il sistema giudiziario. La procura era in lotta con un’altra procura, la guardia di finanza contro i carabinieri e la Dia contro tutti. Insomma, mi resi conto che io facevo parte dello Stato e che anche i pezzi dello Stato si facevano la guerra, ma al centro di tutto c’era la struttura di governo per i rifiuti che doveva comunque funzionare”.

Per quanto riguarda Cosentino, Facchi ha detto di aver conosciuto l’esponente del Pdl “perchè era il politico di riferimento della Campania”.

Mentre su Chianese ha riferito: “Alcuni carabinieri di Napoli mi chiesero perchè non autorizzavo la Resit di Chianese per ospitare i rifiuti”. Autorizzazione che poi, ha detto Facchi, venne concessa da Impregeco. La prossima udienza del processo è stata fissata per il 9 giugno.

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