Caserta. Un appalto per la fornitura di gasolio al Comune di Casal di Principe mise in moto, nel 2006, il meccanismo che avrebbe portato nei mesi successivi all’annullamento dell’interdittiva antimafia nei confronti dell’Aversana Petroli, società della famiglia dell’ex parlamentare del Pdl Nicola Cosentino.
Quell’appalto, tuttavia, “pur formalmente aggiudicato all’Aversana Petroli, non è mai stato attivato dall’amministrazione comunale di Casal di Principe né sono stati rinvenuti agli atti del Comune i documenti della relativa procedura di gara”.
La circostanza emerge da un’informativa dei carabinieri di Caserta depositata nelle scorse settimane dai pm al Tribunale del Riesame, che ha mantenuto la custodia cautelare in carcere per l’ex sottosegretario all’Economia e il fratello Giovanni.
Nell’informativa i militari ricostruiscono l’iter di tutte le interdittive antimafia disposte dalla Prefettura di Caserta nei confronti delle aziende dei Cosentino a partire dai primi anni Novanta, soffermandosi poi sul provvedimento liberatorio emesso nel febbraio del 2007 dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza di Caserta, presieduto dall’allora prefetto Maria Elena Stasi.
Le precedenti interdittive si basavano sui rapporti di parentela di Giovanni e Mario Cosentino, sposati rispettivamente con Maria Diana, figlia di Costantino, arrestato nellambito delloperazione Spartacus con laccusa di associazione camorristica e morto durante lo svolgimento del processo, e con Mirella Russo, sorella di Giuseppe, soprannominato Peppe o padrino e a sua volta arrestato nelloperazione Spartacus. Nel 2005 una sentenza del Tar, poi confermata dal Consiglio di Stato, sancì la validità di quelle interdittive.
Nel 2006, tuttavia, una lettera inviata in Prefettura dal commissario straordinario di Casal di Principe chiedeva nuovamente informazioni antimafia per lappalto del carburante: Proprio quando la giustizia amministrativa scrivono i carabinieri aveva definitivamente giudicato idonee le determinazioni assunte dalla Prefettura circa la sussistenza di pericoli di infiltrazioni mafiose nella gestione delle società riconducibili ai Cosentino, una nuova richiesta di informazioni antimafia ribaltava la situazione in favore degli imprenditori di Casal di Principe.
Il comitato per lordine e la sicurezza, infatti, ignorando le conclusioni cui era giunto il Gia (Gruppo ispettivo antimafia), che era favorevole al mantenimento dellinterdittiva, decise invece la liberatoria. Il comitato si legge nella delibera tenuto conto che la proposta del Gia è fondata solo su rapporti di parentela e su una sola frequentazione di un socio con un pregiudicato, e non emergendo altri elementi rilevanti ai fini antimafia, concorda circa il rilascio di un provvedimento liberatorio.
Lappalto per la fornitura di carburante al Comune di Casal di Principe,sottolineano i carabinieri, non risulta mai attivato.