Forlì – Si sono concluse le indagini della Guardia di Finanza di Forlì nei confronti del distributore stradale che era stato posto sotto sequestro nel mese di novembre 2014. Nei giorni scorsi è stato infatti notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, emesso dalla Procura di Forlì, nei confronti dei tre indagati, in concorso tra loro, per violazione dell’articolo 46 del decreto legislativo 504/1995 (Testo unico doganale) che punisce con la reclusione da uno a cinque anni chiunque, al fine di sottrarre prodotto all’accertamento, altera o rimuove misuratori, sigilli, bolli o punzoni prescritti dall’amministrazione finanziaria.
I tre a cui è stato notificato l’avviso di conclusione indagini sono: A.B., 46 anni, forlivese, titolare del distributore stradale; G.B., 53 anni, di Cesena,, titolare della società che riforniva il distributore; C.S., riminese di 44 anni, dipendente di un’azienda addetta alla manutenzione delle colonnine del distributore.
Il titolare del distributore e quello della società fornitrice di carburante sono inoltre stati rinviati a giudizio per aver sottratto all’accertamento ed al pagamento dell’accisa un quantitativo di gasolio per autotrazione pari a 568.885 litri, violazione che prevede la pena della reclusione fino a tre anni.
Nel mese di novembre 2014 la Guardia di Finanza aveva posto i sigilli a tutto l’impianto di distribuzione carburante, sequestrando la strumentazione necessaria ad alterare le numerazioni (schede di misurazione, totalizzatore, saldatore per stagno, trapano con fresa circolare, cavetto con batteria) oltre a documentazione contabile e due personal computer.
Proprio dall’analisi degli hard disk e dei dispositivi di memoria che erano stati sequestrati, i militari della Guardia di Finanza hanno recuperato diversi file occultati, relativi alla contabilità parallela del distributore che venivano utilizzati per gestire il “nero”.
La peculiarità della Guardia di Finanza di poter integrare le indagini di polizia giudiziaria con le funzioni di polizia economico-finanziaria, consentivano, ottenuto dalla Procura della Repubblica di Forlì il nulla osta per l’utilizzo ai fini fiscali dei dati acquisiti nel corso dell’indagine, di avviare una verifica nei confronti del distributore, ricostruendo il giro d’affari dell’impianto, mediante l’analisi della documentazione contabile ed extracontabile e l’incrocio dei dati.
Al termine della verifica fiscale è stata contestata un’evasione pari a 918.156 euro di ricavi non contabilizzati, 276.117 euro di Iva e 352.202 euro di accisa evasa legata alla cessione in frode di 568.685 litri di gasolio. A testimonianza dell’efficace lavoro svolto dalla Guardia di Finanza, un mese dopo la chiusura della verifica il titolare del distributore già provvedeva preliminarmente a versare nelle casse dello Stato circa 570mila euro.
Inoltre, a tutela dei consumatori, sono state svolte indagini organolettiche: campioni di tutti i tipi di carburante erogati sono stati fatti analizzare dal laboratorio delle Dogane di Venezia, che non ha riscontrato difformità o alterazioni.