Arisa come Mia Miartini, Arisa vincitrice di due edizioni di Sanremo, Arisa “abbandonata” dalla musica e dalle sue veicolazioni, Arisa lasciata a casa da chi crea grandi eventi, come il Wind Music Awards o il Radio Italia Live. Arisa delusa e amareggiata che sceglie il web e i social per raccontare come è andata. Arisa che cerca confronto in chi crede ancora nella sua musica, nonostante, a tratti, questa vada controvento.
Tanto che l’artista scrive: “Certo è che come Mimì non mi ci fanno finire. Mi sarebbe piaciuto essere ai Wind music awards ma non sono platino.. Poi sicuramente ci sarà anche qualcun altro non platino per cui si sarà fatta un’eccezione.. Menzioni speciali e targhe ad onorem, ma non per me.. C’è chi bissa addirittura. Anche al concertone di radio Italia mi sarebbe piaciuto esserci, ma…”
Un eterno e continuo due di picche per la cantante nata a Genova che si sente allo stesso modo della Martini, discriminata per quell’incomprensibile convinzione che portasse sfortuna. Che chi ha un animo profondamente leggero per ascoltare ed amare la sua musica, di certo non può prendere in considerazione.
La cantante riflette, poi ancora, sulle ingiustizie di un sistema che premia solo gli artisti che sanno far parlare di sé dai media: “Perché.. Come a scuola, ci sono quelli fighi e quelli no. E perché le regole cambiano sempre al momento sbagliato, solo per alcuni”. Poi un velato riferimento a qualche collega, biondina vestita di pelle umana, descrizione che a molti ha fatto saltare alla mente Emma Marrone.
Ed, infine, per Arisa la contraddittoria scelta di arrendersi “per andare ad aiutarli davvero i bambini di Haiti, con la zappa in mano”, combattendo per la musica e stando al passo”, perché dice che “andrà sempre meglio”. E lei in questo crede.