Foggia, pizzo sul trasporto di pomodori: 6 arresti

di Redazione

Foggia – Minacciavano gli autisti dei camion che trasportavano pomodori diretti a un conservificio, promettendo di danneggiare i loro mezzi se non avessero pagato: per questo sei appartenenti al clan dei Sinesi Francavilla sono stati arrestati dalla Polizia di Foggia, che ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso.

L’indagine, condotta dai poliziotti della Squadra Mobile foggiana e coordinata dalla Dda di Bari, ha consentito di ricostruire numerose estorsioni consumate dal gruppo criminale, facente capo a Roberto Sinesi, ai danni degli autotrasportatori che, in attesa di trasportare il pomodoro all’interno del conservificio Princes per la successiva lavorazione e trasformazione, una volta entrati all’interno del parcheggio antistante la medesima azienda, si vedevano costretti a versare una tangente di 50 euro a camion per non subire danni agli autoarticolati.

Le vittime del gruppo criminale erano scelte seconda “una strategia già collaudata, in base alla quale la mafia foggiana punta ad aggredire i settori economici più importanti della realtà locale”. In una nota della Procura di Bari relativa ai sei arresti per estorsione aggravata dal metodo mafioso eseguiti all’alba dalla Squadra Mobile di Foggia, è spiegato che “la stagione della cosiddetta campagna del pomodoro rappresenta, certamente, uno degli appuntamenti annuali più importanti per l’economia dauna”.

In manette sono finiti il boss 53enne Roberto Sinesi, il 40enne Luigi Biscotti, i 44enni Luciano Cupo e Cosimo Giardiello, il 46enne Luigi Speranza e il 45enne Raffaele La Tegola. L’indagine dell’Antimafia ha permesso di accertare altre attività illecite del gruppo criminale legate allo spaccio di droga. Gli investigatori hanno documentato anche episodi di minacce fatte da alcuni indagati nei confronti degli spacciatori “che avevano provveduto a cedere della cocaina a terzi senza avere chiesto preventivamente l’autorizzazione dei vertici”.

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