Caserta. 14 anni di reclusione. E la richiesta che il pm della Direzione distrettuale antimafia, Antonello Ardituro, ha fatto ai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere al termine della requisitoria, durata otto ore, del processo a carico di Enrico Fabozzi, ex sindaco di Villa Literno e consigliere regionale in carica.
Si tornerà in aula il 17 settembre per le arringhe difensive. Il politico casertano, ex Pd, è imputato per concorso esterno in associazione camorristica, turbativa d’asta, riciclaggio, voto di scambio e corruzione. Ardituro ha poi chiesto 11 anni per i fratelli Raffaele e Pasquale Mastrominico, imprenditori accusati da diversi pentiti di essere al servizio del clan dei casalesi. Sia per Fabozzi che per i Mastrominico, il sostituto procuratore ha chiesto che venga riconosciuta l’aggravante dell’associazione armata che solitamente si contesta agli affiliati ai clan di camorra poiché i tre, secondo laccusa, avrebbero incontrato il boss Luigi Guida, alias O Drink, allora reggente della fazione Bidognetti dei casalesi, mentre era in corso una faida a Villa Literno.
Altre richieste: 3 anni e mille euro di multa per Nicola Caiazzo, 3 anni e 1500 euro di multa per Raffaele Pezzella con l’assoluzione per il reato di estorsione, un anno e mezzo con 500 euro di multa per i pentiti Francesco Diana, Massimo Iovine e Gaetano Ziello, imputati per i reati di corruzione elettorale) e 3 anni e 1500 euro di multa per laltro collaboratore Emilio Di Caterino.
Ardituro ha sottolineato che questo processo è il punto più alto del lavoro di contrasto alla camorra, perché qui parlano i capi come Antonio Iovine e Luigi Guida, che riferiscono dei fatti vissuti in prima persona. Anche le intercettazione passano in secondo piano.
Il pm ha poi parlato della filiera politica che nei primi anni del nuovo millennio ha governato in Campania. Fabozzi ha detto il Ardituro apparteneva a quella filiera politica che faceva capo a Bassolino, di cui faceva parte anche Nicola Ferraro che era nell’Udeur di. Fabozzi disse sì alle ecoballe nel suo Comune perché sapeva che sarebbero arrivati molti fondi a titolo di ristoro dalla Regione, che era del suo stesso colore; quei soldi, oltre 13 milioni usati poi per il maxi-appalto del 2007, sono stati spartiti tra politici, imprenditori e camorristi. Ogni imprenditore aveva il proprio referente politico: Malinconico (imputato nel processo) faceva riferimento ad Achille Natalizio, referente di Bassolino nel Casertano, ed era uomo di Antonio Iovine, e quest’ultimo lo ha confermato. C’era poi l’Udeur in cui militava Nicola Ferraro e in cui un ruolo importante era svolto da Camilleri, consuocero di Clemente Mastella, che si è aggiudicato uno dei lavori da 4 milioni di euro. L’Udeur, inoltre, per anni ha controllato l’assessorato all’Ambiente della Regione. La camorra si è solo inserita in un sistema già corrotto da politica e imprenditoria.
Durante la requisitoria Ardituro, tra laltro, ha lanciato un duro affondo alla classe dirigente: “I camorristi come Antonio Iovine si arrendono mentre i politici no. Lapolitica ha più colpe della camorra e i politici hanno più da perdere rispetto ai camorristi”. “Arrendetevi”, haesclamato Ardituro.
“Vergognatevi! – ha proseguito il pm rivolgendosi chiaramente a Fabozzi durante la requisitoria – Nel 2003-2004 incontravate lallora reggente del clan Bidognetti, Luigi Guida, per gli appalti mentre era in corso a Villa Literno una sanguinosa faida. La gente moriva e – ha concluso Ardituro – voi vi incontravate”.
E ancora, sulla vicenda del mega appalto da 13 milioni di euro per i rifiuti: “Sulla questione rifiuti vi siete mangiati la nostra terra. Fabozzi, vi siete venduta Villa Literno quando avete detto sì alla sistemazione delle ecoballe nel vostro comune, affidando i relativi lavori ad amici vostri e percependo tangenti. E pochi mesi prima facevate manifestazioni con la gente per dire no”.
Ardituro ha contestato la tangente pagata dallimprenditore dei rifiuti Generoso Roma per la costruzione di alcune piazzole per le ecoballe, che “si sarebbero spartiti Luigi Guida, Nicola Ferraro e lo stesso Fabozzi”.
“È inutile – ha aggiunto Ardituro – che vi attaccate al dato formale che le concessioni le dava il Commissariato per lEmergenza Rifiuti. I lavori, infatti, in questo settore finivano sempre a ditte vicine a Fabozzi. Mi riferisco alla famiglia Tamburrino, che ha costruito altre piazzole per i rifiuti, e che è vicinissima a Fabozzi; loro hanno pagato 120mila euro di tangente, ce lo dice sempre Guida. Quando si tratta di ritirare il percolato i lavori vanno alla famiglia Di Fraia, legata sempre a Fabozzi”.