“Renzi deve avere l’umiltà di riflettere. Abbiamo perso perché abbiamo perso contatto con la realtà”. Lo ha detto Pier Luigi Bersani commentando gli esiti delle elezioni amministrative. La realtà “non è quella che si sta raccontando, che Renzi sta raccontando”, ha aggiunto, Per Bersani “ci sono troppi applausi in giro”. Su referendum costituzionale dice: voterò si ma non farò propaganda.
“C’è un distacco di tutte le periferie, territoriali, sociali, culturali”. Il secondo tema è “il disarmo di una sinistra di combattimento sui temi sociali”, dice ancora Bersani ad Agorà. E poi “bisogna accettare una discussione sul profilo del governo. Ed ecco il terzo campo, la scomparsa del soggetto politico. L’agenda la fa il governo con i banchetti a sostegno e si pensa al territorio come un luogo dove andare a spiegare, non dove ascoltare e imparare. Una pedagogia percepita come arroganza e isolamento”.
“Al primo turno il Pd è sotto fra i quattro e i sei punti rispetto al 2011, nel secondo viene fuori che su 143 ballottaggi noi avevamo 90 sindaci, ora ne abbiamo 45. Se qualcuno pensa di edulcorare questo dato, vuol dire che Dio lo sta accecando. E se vogliamo reagire non si parli per favore di voto locale e di fisionomie dei candidati”. “Ovunque sono stato ho percepito disagio e una difficoltà a muovere il nostro elettorato”.
“Voglio guardarmi allo specchio, in Parlamento ho votato sì, quindi voterò sì, ma sia chiaro che non condivido, se proseguisse così, il modo di impostare questo referendum e se viene fatto in questo modo che sto vedendo, non mi vedranno a fare propaganda per il sì, non mi vedranno ai banchetti”, ha precisato Bersani parlando di riforme.