Napoli. Diego Di Flora diventa blogger e racconta il mondo, la moda, la sua Napoli con occhio critico e ammirazione per il bello.
Si definisce un sognatore e quindi uno che si ostina da anni a fare un lavoro artistico, in una città che non offre grandi opportunità. Sono un amante del bello ammette Di Flora. Il suo spazio virtuale si chiama “DSuit” (www.dsuit.it), una sorta di diario non segreto in cui il blogger raccoglie tutto quello che vuole comunicare agli altri.
Una finestra virtuale sul mondo della moda alla quale possono affacciarsi tutti dice Di Flora – Ho sempre sognato di condividere le mie passioni con gli altri, sicuramente per una questione egocentrica, lo ammetto ma soprattutto per il piacere della riflessione e della discussione che può nascere solo se trasmetti le tue passioni agli altri.
In un momento in cui il fenomeno del blogging è ampiamente abusato, Diego crede che sia un fenomeno interessante, perché cambia lapproccio con i vari operatori del settore. Ad esempio, volendo soffermarsi sui blog che parlano di moda, sono sicuramente riusciti ad imporsi tra le grandi griffe anche senza un background culturale di moda. Questa cosa non va assolutamente sottovalutata. Ed il suo ha alle spalle un grande lavoro di comunicazione.
Dsuit nasce dalla collaborazione con unagenzia di professionisti che ha realizzato assieme a lui questo prodotto editoriale dal sapore giornalistico. Ho deciso di mettere online il mio blog solo dopo accurati studi di settore, ricerche di mercato e approfondimenti analitici sul mondo complesso dei blog afferma Di Flora – Grazie a Molecoleadv, la società di comunicazione che segue il mio progetto e che con me ha lavorato alla realizzazione di DSuit, sono riuscito a realizzare lidea che avevo sempre tenuto nel cassetto ovvero un portale che non parlasse solo di selfie o foto con messaggi promozionali ma che cercasse di spiegare a chi è interessato il complicato mondo della moda, come nasce unidea che poi si trasforma in tendenza o semplicemente raccontasse una sfilata di un giovane stilista emergente. Non sono un modello, ne una bella ragazza che può farsi un selfie e postarlo riscontrando di riflesso migliaia di visualizzazioni. Dsuit nasce con lintento di analizzare le tendenze del momento con un taglio giornalistico, prendendo spunto da persone reali, da personaggi noti o dal modo di comunicare da parte dei vari brand.
Ed il capitolo moda a Napoli sembra di difficile applicazione anche se proprio a Napoli la moda ha sviluppato la sua essenza: Da Napoli – spiega ancora Di Flora – nasce la moda, lo stile e leleganza. Le migliori sartorie sono made in naples, tanti stilisti di fama internazionale sono napoletani e leleganza di noi napoletani e riconosciuta da tutti. Ciò nonostante la città è arida di possibilità legate al grande circo delle passerelle, delle presentazioni per i buyer o di eventi creati ah hoc da griffes italiane e straniere e questo è un vero peccato, perchè la nostra città potrebbe essere uno dei palcoscenici più interessanti del mondo. A Napoli non credo che sia difficile parlare di moda perché riesci sempre a trovare dinanzi interlocutori competenti ma è difficile realizzarla, viverla ed esprimerla. E difficile organizzare eventi moda e renderli nazionali perché ti guardano sempre un po con la puzza sotto al naso. Ma io invece credo moltissimo nelle potenzialità della città e per questo appena posso cerco di realizzare o affiancare brand o marchi che vogliono fare moda in città.
E vero amo lo stile e tutto quello che rappresenta il bello, forse è un mio limite ma di fronte ad un bel quadro mi emoziono e quando guardo un panorama mozzafiato (soprattutto quello della mia città) riesco a rimanere a bocca aperta. Mi rattristo di fronte al degrado, alle bruttezze della vita e ai calzini bianchi portati sotto un abito classico, racconta il blogger.
Ampio spazio al tema wedding, perché la rappresentazione di un matrimonio non è altro che una grande sfilata. Tutti quel giorno puntano sul look, dai bambini agli anziani, assicura il blogger. Da direttore artistico di una delle più grandi fiere del wedding del sud, Di Flora ritiene che la sposa viva per labito bianco tutta una vita e in quel giorno è una top model che calca una delle migliori passerelle del mondo. Quanto alla moda maschile wedding che negli ultimi anni sta crescendo sempre di più spingendo tanti stilisti a creare collezioni sempre più ricercate per labito da sposo.
La mia esperienza lavorativa in questi ultimi anni con E Sposa, mi ha avvicinato moltissimo al mondo del wedding facendo crescere in me la voglia di scoprire le nuove tendenze e le nuove mode degli abiti da sposi. Nella sezione del blog dedicata al wedding darò le anticipazioni dei maggiori brand, le chicche per le spose e consigli utili agli sposi che con me saranno dei perfetti gentiluomini il giorno più bello della loro vita dichiara Diego.
Il blogger poi, assicura che il suo spazio virtuale avrà a cuore la modanità napoletana: La mia città è ricca di eventi interessanti organizzati da validi professionisti. Cè da dire tuttavia che negli ultimi anni, proprio in città, sono nati tanti organizzatori di eventi improvvisati che alla fine non propongono eventi di qualità organizzando iniziative prive di contenuto che contribuiscono a far scemare linteresse da parte dei principali brand sulla piazza napoletana. Ultimamente ho deciso di prendere parte soltanto ad eventi organizzati da veri professionisti e dove riesci ad incontrare amici e addetti ai lavori. Non sono per lapparire a tutti i costi. Credo invece che bisogna partecipare e rendere onore a chi organizza eventi di qualità che possano aiutare la crescita artistica e intellettuale della città.
Cosa si aspetta Diego Di Flora da questa nuova esperienza? Assolutamente non cerco il successo – sottolinea – altrimenti avrei fatto altro ma il mio obiettivo principale è di creare un portale che parli di moda con un taglio giornalistico, che riesca a dare informazione a chi è veramente interessato al mondo del fashion. Non escludo le collaborazioni con brand italiani e stranieri, che ho già avviato da tempo perché in alcuni di essi ritrovo il mio modo di essere che si esprime anche attraverso quello che indosso. Ma sicuramente non ambisco a sedermi alle sfilate per puro presenzialismo ma voglio sedermi alle sfilate per poter analizzare il mercato da vicino, anche a costo di sedermi in ultima fila.