Opg Aversa trasformato in carcere, le accuse del senatore Giuliano

di Nicola Rosselli

Aversa – “Aversa è stata tradita dall’inconsistenza dei suoi rappresentanti che non hanno saputo o voluto suggerire soluzioni che l’avrebbero dotata di una cittadella giudiziaria a costi vicino allo zero, liberando la città da mura di divisione che ne hanno impedito lo sviluppo”. A ritornare sull’argomento dell’ex ospedale psichiatrico giudiziario “Filippo Saporito” trasformato (tra le polemiche degli aversani che sono nettamente contrari) in carcere, l’ex senatore ed ex sottosegretario alla giustizia Pasquale Giuliano, padre del tribunale di Napoli Nord ad Aversa.

“Ho appreso che il ministro Orlando – ha dichiarato il magistrato a riposo – ha sottoscritto con una serie di enti locali un protocollo d’intesa per dare vita ad una cittadella giudiziaria a Catania. Opera certamente meritoria, ma che costerà un mucchio di euro. Il ministro ha usato due pesi e due misure, forse perché in Sicilia deve accontentare il collega Angelino Alfano e da noi non c’era nessun pezzo grosso da accontentare. La stessa cosa, infatti, si sarebbe potuto fare ad Aversa utilizzando la struttura che sino a ieri ha ospitato il manicomio criminale a costi praticamente vicini allo zero. Dopo il tribunale di Napoli Nord, sarebbe stato facile utilizzare i rimanenti edifici per dare vita ad una cittadella giudiziaria a fronte di una penuria di strutture giudiziarie a servizio del tribunale. Circostanze che avevo anche evidenziato al guardasigilli in una lettera aperta».

“Probabilmente – continua ironicamente Giuliano – non la si è voluta fare perché non si sarebbero dovuti spendere troppi soldi e perché non c’era nessun potente da accontentare visto che l’allora governatore della Campania Stefano Caldoro dichiarò di non avere interesse per l’utilizzo del complesso ex ospedale psichiatrico giudiziario Filippo Saporito e perché nessun politico né a livello locale né nazionale ha mosso un dito per cercare di impedire che vi fosse un carcere in pieno centro cittadino e la città continuasse ad essere divisa dalle mura del Saporito. Una cittadella giudiziaria, invece, non solo avrebbe risolto tutti i problemi degli operatori di giustizia, dando, comunque lustro ad Aversa, ma avrebbe consentito di riaprire gli spazi interni alla città integrando, finalmente, due realtà sino ad oggi divise, risolvendo anche problemi di mobilità urbana all’interno del centro storico”.

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