Mantova, Parco del Mincio: confiscati beni a “socialmente pericolosi”

di Redazione

Mantova – I finanzieri del comando provinciale di Mantova, con l’esecuzione di un provvedimento di confisca di beni emesso dal Tribunale di Torino, hanno concluso delle complesse ed articolate indagini patrimoniali, ai sensi della legge antimafia, che hanno visto coinvolti sette soggetti ritenuti “socialmente pericolosi”, dimoranti in campi nomadi delle province di Mantova e Torino, ai quali sono stati confiscati beni per un valore economico complessivo di 1,2 milioni di euro.

L’attività di servizio è scaturita a seguito di alcune perquisizioni domiciliari eseguite dalla Polizia Locale di Mantova, nell’ambito delle quali è stata sequestrata documentazione attestante innumerevoli esborsi di denaro (soprattutto in contante) effettuati dalle famiglie dimoranti “in loco”.

Pertanto, sulla scorta delle predette informazioni, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria hanno intrapreso, d’iniziativa, una meticolosa e mirata attività di indagine patrimoniale, esperita attraverso: l’utilizzo della banche dati in uso al Corpo; accertamenti bancari; specifica attività info-investigativa; attività di osservazione, controllo e pedinamento volta ad individuare tutti i soggetti facenti parte delle suddette famiglie, ricostruire la completa nonché eterogenea situazione patrimoniale degli stessi ed accertare nel dettaglio i presupposti soggettivi ed oggettivi in capo a questi ultimi, propedeutici all’applicazione delle misure di prevenzione personali e patrimoniali.

Dalle investigazioni patrimoniali è emerso che dei diciannove soggetti esaminati sei, dimoranti presso terreni rientranti nel Parco del Mincio (zona naturale protetta della Regione Lombardia), ed uno dimorante nella provincia di Torino – tutti ritenuti “socialmente pericolosi” in quanto gravati da numerosi precedenti di polizia per reiterati delitti soprattutto di carattere predatorio, quali furti, in esercizi commerciali ed in abitazioni, borseggi, truffe e rapine – possedevano direttamente o indirettamente, attraverso propri familiari o conviventi, la disponibilità di beni mobili e immobili.

Le approfondite e scrupolose indagini economico-finanziarie, esaminate in un quindicennio, hanno evidenziato una netta sproporzione tra i redditi dichiarati dai citati soggetti e il patrimonio ai medesimi riconducibile, anche tramite i propri nuclei familiari, sotto forma di beni mobili, immobili e rapporti bancari accesi presso molteplici istituti di credito sull’intero territorio nazionale, trattandosi in talune circostanze di soggetti completamente sconosciuti al fisco, per lo più nullafacenti e con redditi dichiarati assolutamente inadeguati.

Sulla base degli elementi acquisiti, le Procure della Repubblica di Mantova e di Ivrea (quest’ultima competente territorialmente per uno dei soggetti proposti), condividendo le proposte di misure di prevenzione formulate dalle Fiamme Gialle di Mantova, hanno richiesto al Tribunale di Mantova e al Tribunale di Torino il sequestro dei beni mobili e immobili individuati nonché di un’attività economica e di numerosi rapporti finanziari intestati e/o riconducibili ai proposti, per un valore economico complessivo di circa 1.200.000 euro.

Il solido quadro indiziario delineato alle autorità giudiziarie è stato ritenuto idoneo a supportare l’emissione di specifici provvedimenti ablatori, di sequestro prima (dicembre scorso) e di confisca poi, riguardanti i seguenti beni: 7 fabbricati; 13 terreni; 7 camper (di cui 4 di lusso); un rimorchio; 6 autovetture; 3 case mobili; un’attività commerciale; vari conti correnti e libretti nella disponibilità dei proposti e dei loro familiari.

Ad una persona dimorante nella provincia piemontese, inoltre, il Tribunale di Torino, ha applicato la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per due anni con obbligo di soggiorno, ritenendo attuale e concreta la pericolosità del soggetto esaminato.

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