Mondragone, approdo pescatori: “Città Possibile” chiede commissione d’inchiesta

di Redazione

Mondragone – In questi giorni il movimento “Mondragone Città Possibile” ha protocollato un esposto al Ministero dell’Ambiente in cui chiediamo che venga istituita subito una Commissione d’inchiesta che chiarisca la situazione inerente al “Punto di sbarco dei pescatori”.

“Tale iniziativa – spiegano dal movimento – si è resa necessaria a seguito dell’adozione da parte della Soprintendenza di un nuovo parere favorevole (accertamento di compatibilità paesistica) che, sostanzialmente, costituirebbe una sanatoria alle gravi difformità espresse dall’Ente stesso solo qualche mese fa in merito ai lavori di realizzazione della struttura.

Da fonti in nostro possesso apprendiamo, infatti, che l’Amministrazione Comunale di Mondragone, in totale violazione di quello che è il diritto del cittadino ad essere informato sull’azione amministrativa, sta mettendo in atto una serie di maldestri tentativi di rimediare ad un danno ambientale ed economico incommensurabile frutto della scellerata scelta di realizzare su un’area sottoposta a stringenti vincoli paesaggistici un’opera abusiva, costosa e dannosa.

Dalla lettura delle motivazione espresse pochi giorni fa dall’Ente di tutela ambientale si evince che nonostante il fatto che i materiali utilizzati in fase esecutiva dei lavori fossero incompatibili con quanto stabilito in sede di concessione del primo parere (che prevedeva che la struttura fosse realizzata “esclusivamente in legno con coperture a doppia falda inclinata e con altezze contenute entro i mt. 4.50” e che “non dovrà essere modificato lo stato delle dune e dei cespugli di vegetazione spontanea”) la Soprintendenza ha concesso un nuovo parere favorevole invitando misteriosamente l’Amministrazione a far “rivestire le palificazioni in ferro con legno di tipo marino”.

E’ assurdo pensare che un semplice rivestimento ai materiali inizialmente vietati dallo stesso Ente possa “sanare” un’opera realizzata in violazione di tutte le normative vigenti in materia ambientale e paesaggistica.

Ed è ancora più illogico pensare che non sia stato modificato “lo stato delle dune e della vegetazione spontanea insistente sull’area”.

Ci si chiede come sia possibile che un Ente costituito a tutela dell’interesse paesaggistico possa, nell’arco di una manciata di mesi, dapprima denunciare l’amministrazione comunale per non aver rispettato le prescrizioni imposte nel primo nulla osta e poi dare parere favorevole, nonostante persistano ancora le stesse criticità contestate sin dall’inizio sia dal nostro Movimento che dal cittadino Gianni Pagliaro, malgrado i colpevoli silenzi delle associazioni e dei comitati ambientalisti locali, i quali sembrano non aver avvertito la gravità della questione che è stata anche oggetto di una precisa interrogazione parlamentare da parte della senatrice Vilma Moronese.

Ma oltre al danno, arriva la beffa! È noto, infatti, che a prescindere dalla concessione della sanatoria, l’accertamento di compatibilità paesaggistica non fa venir meno l’obbligo da parte dell’Autorità competente di irrogare le sanzioni amministrative previste dall’art. 167 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni ed integrazioni. Ciò vuol dire che l’Amministrazione sarà costretta a pagare una salata sanzione attingendo alle già esigue risorse presenti nelle casse comunali dato che sono stati revocati i fondi Gac per inadempienze amministrative.

Ancora una volta il prezzo che i cittadini mondragonesi dovranno pagare per effetto dell’incompetenza e della inconsistenza di quest’Amministrazione ‘abusiva’ sarà molto caro”. 

 

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