Europol: “Non ci sono prove del collegamento tra attentati e Isis”

di Stefania Arpaia

Nizza – Non ci sarebbero prove che dimostrano degli eventuali collegamenti tra gli attentati avvenuti negli ultimi giorni a Nizza e Wurzburg e i miliziani dell’Isis.

A confermare la notizia è l’Europol che ha dichiarato che al momento non esistono prove che facciano pensare che i responsabili siano effettivamente gli esponenti del Califfato. Al contrario potrebbe essersi trattato solo dell’attacco di lupi solitari. L’Isis quindi avrebbe solo approfittato delle azioni dei “soldati” che si sono mossi “individualmente”.

“Sebbene l’Isis abbia rivendicato gli attacchi di Orlando, Magnaville, Nizza e Wurzburg, nessuno dei 4 sembra essere stato pianificato, logisticamente sostenuto o eseguito direttamente dall’Isis – ha scritto l’Europol nell’analisi degli attacchi – Non ci sono prove che l’attentatore di Nizza si considerasse un membro Isis”.

E ancora:”È stato detto che si era radicalizzato in poco tempo e aveva consumato propaganda Isis prima dell’attacco ma l’affiliazione al gruppo non è chiara. L’agenzia Àmaq ha detto di aver ricevuto informazioni da una fonte non identificata, in contrasto con la chiara responsabilità espressa per Parigi e Bruxelles. Una differenza che indicherebbe come l’Isis voglia mantenere un livello di affidabilità se dovessero emergere informazioni che contraddicono la loro versione”.

“Il terrorista di Nizza, – si legge ancora nel documento – soffriva di un serio disordine psichiatrico ed era in cura. E ad una porzione significativa di foreign fighters sono stati diagnosticati problemi mentali prima di unirsi all’Isis”.

Nell’analisi, particolare attenzione viene rivolta verso le donne. “Una percentuale significativa di tutti i terroristi stranieri in Siria e Iraq è costituita da donne. Circa il 40% di tutti i viaggiatori olandesi che sono, o che sono stati, in Siria e Iraq sono donne. Le donne si sono rivelate molto valide nel reclutamento, mentre stavano nell’Ue. La maggior parte di coloro che viaggiano verso la Siria o l’Iraq sposano dei combattenti poco dopo l’arrivo, oppure si sono già sposate online prima di partire, e danno alla luce dei bambini. I dati storici suggeriscono che le donne hanno meno probabilità di ritornare rispetto agli uomini”

“Le donne – prosegue il rapporto – probabilmente non prendono oggi un ruolo attivo nei combattimenti al fronte, sebbene generalmente siano state addestrate all’uso delle armi. Il loro ruolo potrebbe cambiare in futuro, cosa che potrebbe avere un effetto sulla natura e l’impatto delle operazioni dell’Is nella Ue. L’Is forse sta già usando le donne per attentati suicidi. Preoccupano particolarmente i figli dei foreign fighters che vivono con i loro genitori nel territorio dell’Is”. 

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