Nella tarda serata di lunedì i carabinieri delle compagnie di Santa Maria Capua Vetere e Capua hanno dato esecuzione a decreto di fermo del pubblico ministero nei confronti di Biagio Capasso, 32 anni, gravemente indiziato dei reati di tentato omicidio, porto illegale di arma da fuoco.
Il provvedimento è stato emesso all’esito di una serrata attività investigativa, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, in relazione al grave fatto di sangue che ha coinvolto una bambina di appena tre anni, attinta da un colpo d’arma da fuoco nella notte dell’8 agosto, a Capua.
Gli elementi raccolti sul posto dall’escussione dei testimoni, i rilievi di carattere tecnico scientifico nonché la visione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza, hanno consentito di ricostruire che, alle prime ore del mattino dell’8 agosto, a seguito di un diverbio un gruppo di soggetti, tra i quali la persona fermata, a bordo di una autovettura inseguiva la vettura dei genitori della bambina.
Nel corso dell’inseguimento dall’autovettura a bordo della quale viaggiava Capasso, venivano esplosi diversi colpi di arma da fuoco, uno dei quali, colpiva la mano della bambina, dopo aver perforato il portellone posteriore della vettura, il sedile posteriore del passeggero ed il seggiolino.
Il sopralluogo tecnico sulla vettura ha permesso di verificare la traiettoria balistica del colpo, all’interno della vettura. Nella circostanza il caso fortuito ha voluto che i genitori avessero sistemato il seggiolino in posizione perpendicolare al senso di marcia, per far stare più comoda la minore che durante i fatti dormiva, invece di sistemarlo non nella posizione normale, ovvero con lo schienale appoggiato al sedile posteriore, ha fatto sì che il proiettile, che ha perforato in due punti il seggiolino, si sia conficcato nella mano sinistra della piccola e non abbia invece attinto organi vitali. L’altezza del colpo ed i numerosi colpi attraversati, evidenziano come solo per puro caso la condotta criminale non abbia avuto un tragico esito.
Le indagini proseguono volte ad individuare e rintracciare eventuali complici, alla raccolta di ulteriori elementi anche tecnici nonché al fine di collocare l’episodio in un più ampio contesto criminale.
Capasso è stato associato alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere in attesa delle decisioni del giudice per le indagini preliminari, al quale la Procura ha richiesto la convalida del fermo è l’emissione della relativa misura cautelare.