Cesa, Comune condannato a pagare debito inesistente: i chiarimenti del sindaco

di Redazione

Cesa – “Una vera e propria tegola si è abbattuta sulle casse comunali. Nei giorni scorsi ci sono stati notificati atti giudiziari, che impongono al comune di Cesa di pagare circa 350 mila euro. Si tratta di un debito inesistente, ma il giudice dell’esecuzione ha comunque ordinato al comune di pagare”.

Il sindaco Enzo Guida spiega la vicenda che ha riguardato l’ente in questi giorni. “La questione è veramente particolare, il comune è stato condannato a pagare questa cifra, in favore di due creditori del Consorzio Unico di Bacino Terra di Lavoro, in quanto l’ente sarebbe debitore di questo ente. A ben vedere il comune di Cesa, da tempo, non deve nulla al Cub, perché da qualche anno il servizio di raccolta rifiuti è svolto da soggetti privati”.

“Nel 2013 e nel 2014, sono stati notificati pignoramenti presso terzi – chiarisce il primo cittadino – al rappresentante legale del comune. In quanto possibili debitori del Cub, bisognava accantonare cifre in favore dei creditori oppure dichiarare di non aver nulla da pagare al consorzio. Tutto ciò non è stato effettuato, nonostante il giudice dell’esecuzione avesse avvertito che, la mancata comunicazione, equivaleva ad accettare di aver un debito verso il Cub”.

Nonostante il Comune di Cesa non doveva pagare i 350 mila euro al Cub, la dichiarazione negativa, negli anni 2013 e 2014, al giudice non è stata effettuata. “Per cui era inevitabile che il Tribunale condannasse il comune a pagare questa cifra, nonostante il nostro ente non dovesse pagare nulla al Consorzio. Per cui oggi ci ritroviamo con provvedimento che impone di pagare ai creditori del Cub soldi dei cittadini che non debbono essere dati al Consorzio rifiuti, in quanto estinti tutti i rapporti”.

“La cosa sconcertante è che rispetto a questa procedura sono stati effettuati ben 2 notifiche al comune, senza nessuna attività”.

“Ci opporremo a questa situazione – conclude il sindaco Guida – secondo le procedure legali previste, perché questi soldi non sono dovuti. Se fossimo obbligati, al termine della vicenda, avremmo non solo un danno enorme, ma rischieremmo di far saltare tutti i conti dell’ente. Ma in ogni caso ho avviato una indagine interna per capire, sino in fondo, le responsabilità amministrative di questa situazione”.

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