Napoli. Quello che è successo a Udine, a Bologna e a Roma si è ripetuto anche a Napoli. Il prefetto, in osservanza alla circolare del ministro dellInterno, Angelino Alfano, ha annullato le trascrizioni dei matrimoni egualitari fatte dal sindaco Luigi De Magistris.
Ma il comune partenopeo non è intenzionato a fermarsi e da Palazzo San Giacomo hanno fatto sapere che è stato presentato ricorso al Tar del Lazio tramite l’Avvocatura del comune. C’è un precedente che potrebbe giocare a favore del ricorso: la pronuncia della Procura di Udine che ha dichiarato la circolare di Alfano “non conforme a legge”.
“Le coppie – scrive in una nota l’amministrazione partenopea – sono state registrate allanagrafe comunale negli scorsi mesi a seguito della direttiva del 23 giugno scorso emanata dal sindaco De Magistris che stabiliva appunto, quale prima città in Italia, lobbligo di trascrizione negli elenchi dellanagrafe comunale dei matrimoni contratti allestero tra persone dello stesso sesso residenti a Napoli”.
Nella motivazione del ricorso l’amministrazione comunale sostiene che la “trascrizione dei matrimoni nei registri dello Stato civile non significa in alcun modo sostituirsi al legislatore nazionale ma solo certificare l’esistenza di tali legami che, ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione e dellarticolo 12 della Convenzione Europea dei diritti delluomo, non possono in alcun modo essere discriminati”.
Al fianco di De Magistris si schiera il comitato Arcigay Antinoo di Napoli che si dice “pronta a sostenere il sindaco sia politicamente sia attraverso azioni legali appositamente studiate”. “Il Comitato – si legge in una nota – ringrazia profondamente il sindaco De Magistris e la sua amministrazione per il ricorso promosso e per l’ennesimo esempio di civiltà e dignità”.
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