CAPUA. E’ prevista per martedì 16 dicembre, alle ore 20, al palazzo Lanza di Capua, presso la libreria Guida, la presentazione del libro di Sergio Mari.
Un inedito, che si prefigge di raccontare la vita di un ex calciatore nazionale degli anni ottanta, oggi nelle vesti di scrittore e attore.
“Quando la pallla usciva fuori”, è questo il titolo, molto singolare e si direbbe del tutto originale, dice la Presidente dell’associazione “Noi Voci di Donne”, Pina Farina, che ha promosso e organizzato l’evento. Originale, sarà la presentazione del libro, da parte dell’autore stesso che debutterà in un monologo, in una performance di teatro, rispecchiando così la sua vita oggi, come attore di teatro.
Il libro apre con la presentazione di Paolo Sollier, ex calciatore professionista del Perugia dei miracoli di Ilario Castagner.
L’autore, sfiora il picco di quel calcio, definito importante, ma questo bordeggio sempre sul confine gli permette di respirare i sogni sentendo l’alito del risveglio.
Incontra campioni, e molti che passeranno in fretta dall’illusione della carriera al ricatto crudele dei “forse” e dei “chissà”.
La politica si vede sullo sfondo, panorama indecifrabile di domande e, in fondo, di una estranietà che ha paura delle risposte. Erano gli anni di piombo, per alcuni. Altri li definiscono il momento in cui il futuro cominciò. Di questa trappola storica, giocare a pallone è stato un po’ come la corsa liberatrice e incosciente di Forrest Gump: un modo di sentirsi vivi, anche se un po’ spiazzati. Di questo spiazzamento, Mari disegna una mappa gustosa che porta i gesti tecnici ad anticipare i problemi sociali, come l’immigrazione clandestina, e la preparazione della partita a trasformarsi in un’introspezione psicologica.
Sergio Mari sa uscire dal sogno pur strappandogli tutta la delizia che può dare: ma gli occhi rimangono capaci di vedere e cogliere l’altro e di condividerne il bagaglio di sofferenze ed emozioni nascoste dalla patina dell’eroe invincibili. Lo spirito è quello di chi ama, il semplice giocare al calcio, in uno stadio gremito ed urlate come in una partita tra animatori e villeggianti, quello spirito che porterebbe molti ragazzi a giocare per il solo gusto di farlo senza il cappio del denaro, e della fama, che promettono di liberarti ma non mantengono: la paura, per quanto la scacci, torna su.
Farina afferma: “A mio avviso ritengo che questo saggio dovrebbe essere letto da tutti quei giovani attratti dal desiderio di realizzarsi, certamente, ma anche da quei genitori incapaci di proporre all’altro: più per la fama, o il denaro. Il calcio incarna oggi, per molti giovani italiani la via preferenziale da tentare in questa ricerca di realizzazione. Molti di loro ben presto vengono ricondotti nella realtà della vita normale, dopo aver avuto la possibilità di sognare, per poi risvegliarsi senza grandi traumi. Altri, pochi, invece riescono ad entrare nel grande circo”.