Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Caserta ha posto in esecuzione un decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, di beni per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro nei confronti della società a responsabilità limitata “Teleluna Due”, già operante nel settore delle trasmissioni televisive, nonché dei coniugi Pasquale Piccirillo e Pierangela Lucariello, amministratori pro-tempore della società.
Il provvedimento di sequestro rappresenta l’epilogo dell’articolata e complessa attività di indagine coordinata dalla Procura sammaritana e delegata alle Fiamme Gialle casertane, che ha consentito di accertare l’illegittima percezione da parte di “Teleluna Due” dei contributi statali previsti, a seguito del passaggio dal sistema analogico a quello digitale di trasmissione, in favore di operatori del settore che avessero volontariamente dismesso le frequenze televisive.
In particolare, è stato riscontrato che la società, al fine di partecipare alla procedura per l’attribuzione dei suddetti contributi bandita dal Ministero dello Sviluppo Economico, ha allegato alla prescritta domanda di inserimento nella graduatoria per la Regione Campania documentazione risultata, in parte, non veritiera.
È stato, infatti, acquisito che la relazione del collegio sindacale allegata all’ultimo bilancio di esercizio depositato era materialmente falsa e che, analogamente, non corrispondeva a verità la circostanza della partecipazione dei componenti del collegio sindacale all’assemblea societaria di approvazione del bilancio.
Tale condotta artificiosa ha indotto, pertanto, in errore il competente Ministero dello Sviluppo Economico, in ordine al possesso in capo a Teleluna Due dei requisiti necessari per l’inserimento in graduatoria e la successiva liquidazione del contributo statale (pari appunto ad oltre due milioni di euro), integrando così la fattispecie di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Il gip, aderendo alla richiesta della Procura, ha quindi emesso il provvedimento di sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie, dei beni mobili e immobili nella titolarità della società e dei suoi amministratori fino a concorrenza dell’importo del contributo illegittimamente erogato.