Bergamo – Trovata l’arma del delitto con cui è stata uccisa Gianna Del Gaudio, ex insegnante di lettere di 63 anni, la sera del 26 agosto nella sua villetta in piazza Madonna della Neve, a Seriate, in provincia di Bergamo.
Un taglierino insanguinato e un paio di guanti di lattice sono stati trovati in un sacchetto di plastica che rimanda a un esercizio commerciale frequentato dalla vittima.
La lama, lunga circa 20 centimetri, presenta abbondanti tracce di sangue e gli inquirenti non hanno dubbi: si tratta dell’arma del delitto. Sono in corso esami sugli elementi trovati per risalire al Dna del presunto assassino che, a quanto pare, avrebbe le ore contate.
Il sacchetto è stato scoperto fra il 6 e l’8 ottobre da Filippo Consoli, uno degli inquilini, nella siepe del giardino di un piccolo condominio fra via Monte Cornagera e via Presanella, a circa 400 metri dalla casa dell’omicidio. Si crede che sull’arma sarà trovato il sangue della vittima mentre sui guanti le impronte del suo assassino.
“I reperti sotto esame sono sicuramente importanti. E’ probabile che il taglierino sia l’arma del delitto. Il medico legale farà le sue valutazioni. In questo momento ci stiamo concentrando sulla ricerca di impronte digitali; in modo particolare se queste impronte, nel caso che se ne trovino, siano impronte insanguinate. Contemporaneamente si stanno effettuando gli accertamenti genetici su questi reperti: il taglierino, il sacchetto dove era contenuto e un altro reperto, trovato sempre all’interno del sacchetto. Il sacchetto era nella disponibilità di casa Tizzani. Quindi gli accertamenti genetici che ne verranno fuori dovranno essere interpretati alla luce di questo importante dettaglio. Nel caso che sul taglierino o su altri reperti si trovasse traccia dell’odierno indagato, potrebbe essere che questo Dna si sia ‘trasferito’ dal sacchetto al taglierino”, ha dichiarato Giorgio Portera, consulente della difesa di Antonio Tizzani, marito della vittima.
Ci vorrà una settimana per avere gli esiti degli esami.
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