Taglio stipendi parlamentari. M5S: “Basta un Sì”. Pd: “Trucco per nascondere rimborsi”

di Redazione

Al via nell’Aula della Camera la proposta di legge targata M5S che prevede il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari. E il ddl, appena sbarcato a Montecitorio, promette di far discutere, con i pentastellati che annunciano interventi in massa su questo provvedimento, su cui la maggioranza chiede invece il rinvio in commissione.

Grillo, che domani sarà in aula in occasione del voto, lancia un appello ai parlamentari del Pd e attacca Renzi: “Poteva dire ai suoi di votare questa legge ma non lo ha fatto perché pensa che sarebbe una vittoria del M5S. Un ragionamento egoista. Domani puo’ essere il Pace e bene Day, un V Day all’incontrario. #siategenerosi. I cittadini vi guardano: non deludeteci”.

Temi ripresi anche dalla compagine M5s in Aula, a cominciare da Roberta Lombardi. “Chiudo il mio intervento con una domanda secca: volete voi oggi tagliarvi e dimezzarvi le indennità? Oggi,  banalmente basta un Sì…”. Lombardi ha così “rubato” ai renziani lo slogan  per la battaglia a favore del Sì referendario (“Basta un sì”) utilizzandolo a sostegno dell’offensiva grillina per ridurre i costi della politica.

“Il Pd c’è ed è disposto a discutere di tutto e questa può essere l’occasione per stabilire chi ha realmente la coscienza pulita e chi sta inscenando uno spettacolo di cui si deve dare contezza agli italiani”, ha replicato il deputato del Pd Alan Ferrari. Per il Pd, tuttavia, dietro la proposta si nasconde in realtà “la volontà di nascondere la richiesta di rimborsi di questi anni avanzata dai deputati del Movimento 5 Stelle”, ha sottolineato Ferrari, che ha citato alcuni esempi – senza fare nomi e cognomi, ma leggendo alcune voci relative alle richieste dei pentastellati – come la richiesta di rimborso per l’affitto a Roma e poi il rimborso per il soggiorno in albergo.

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