Ipotesi Cei a Grazzanise, Polverino: “Giù le mani dall’aeroporto”

di Redazione

 GRAZZANISE. L’aeroporto intercontinentale di Grazzanise, nella cui area dovrebbe sorgere un centro per l’identificazione e l’espulsione di cittadini extracomunitari irregolari, è in forte discussione.

Alle polemiche di questi giorni sollevate dalle dichiarazioni del governatore Stefano Caldoro sul destino dello scalo casertano si accompagnano le intenzioni del ministro dell’Interno Roberto Maroni, che vuole a tutti i costi il Cei (Centro identificazione immigrati) in quell’area. Spetta ora allo stesso governatore mettere nero su bianco.

“Caldoro attivi subito una sintonia con il Governo centrale – fa sapere il consigliere Angelo Polverino – per far rientrare l’Aeroporto in un contesto di grande collaborazione il cui unico scopo sono i finanziamenti statali, necessari per concretizzare l’opera, che coinvolge tutto il sistema di mobilità regionale. Lasci stare invece i disegni del ministro leghista Maroni. La provincia ha puntato sull’aeroporto e non sul Cei. Il piano di rilancio dello sviluppo economico e sociale passa inevitabilmente per la sua esecuzione. A pensar male si fa peccato – dice Polverino – ma la bocciatura del governatore Caldoro dell’aeroporto casertano in favore di Ciampino o Fiumicino spero solo che sia stata una errata interpretazione della stampa. Caldoro in campagna elettorale ha avuto parole di apprezzamento per il nostro l’aeroporto e non per la struttura di concentramento degli extracomunitari da rispedire al mittente”.

Maroni però è stato categorico. Nelle prossime settimane incontrerà il presidente della Regione Campania per strappare la disponibilità della Campania per realizzare il Centro. L’area è già stata individuata. Deve essere lontana dai centri abitati, vicino agli aeroporti, in strutture pubbliche dismesse da ristrutturare, come le caserme. Non bisogna riflettere più di tanto per comprendere che ora la priorità è il Cei. “Se si sceglie per il Cei – riflette Polverino – dobbiamo rinunciare all’aeroporto, che è stato concepito come scalo baricentrico rispetto alle rotte aeree del sud del Mediterraneo. Mi rifiuto di credere che al posto dell’aeroporto si edifichi una galera, con sbarre, cancelli chiusi a chiave, con la sola differenza che il personale di sorveglianza non è composto da guardie carcerarie ma da operatori della Croce Rossa e funzionari di polizia. No, non è questo che la comunità casertana vuole. Nemmeno si può pensare che Cei ed aeroporto possano coesistere. La politica è elemento del territorio. Noi non siamo rappresentati se non in Consiglio. Ernesto Sica, assessore di Caldoro, sindaco di Pontecagnano e presidente del Consorzio Aeroporto di Salerno, non permetterà mai che la struttura ricada su Salerno. Figuriamoci Napoli. Ecco quindi la soluzione Grazzanise”.

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