A due giorni dal voto dell’8 novembre per la Casa Bianca, momenti caotici a un comizio del candidato repubblicano, Donald Trump a Reno, in Nevada. Trump e’ stato precipitosamente portato via dagli uomini dei Servizi Segreti perche’ tra il pubblico qualcuno aveva urlato che c’era una pistola.
Ma non e’ stata trovata alcuna arma e dopo qualche minuto Trump e’ tornato sulla scena e ha terminato il discorso senza incidenti. Poco prima dell’incidente, Trump sul palco si era coperto con una mano gli occhi dalla luce dei riflettori per guardare verso il pubblico. Subito dopo c’e’ stata l’irruzione in scena di tre agenti di sicurezza che lo hanno trascinato fuori dal palco di corsa. Piu’ tardi si e’ saputo che era stato brevemente fermato e poi rilasciato un uomo con un cartello con la scritta ‘Repubblicani contro Trump’. Quando e’ tornato sul palco, il candidato repubblicano ha ringraziato gli uomini dei Servizi Segreti, “ragazzi fantastici”.
Intanto, sono gia’ almeno 40 milioni gli americani che hanno votato: hanno approfittato dell’early voting, il voto anticipato, e sono gia’ quasi un terzo del totale dei votanti nel 2012 (andarono alle urne circa 129 milioni di cittadini). Nessuno sa chi sono con precisione ne’ tantomeno come hanno votato e, dunque, questi numeri vanno presi con estrema cautela. Ma qualche dato si puo’ estrapolare e gli scenari che prefigurano sono in gran parte a favore della candidata democratica, Hillary Clinton.
Si puo’ per esempio dire che e’ cresciuta la corsa degli ispanici a votare e il loro massiccio afflusso, per esempio in Arizona, North Carolina, Colorado e Nevada (tutti Stati in cui la vittoria Democratica non e’ scontata) e’ un buon segno per l’ex segretario di Stato. Lo ha rilevato lei stessa visitando alcune comunita’ di immigrati cubani e portoricani sabato in Florida, uno Stato fondamentale per vincere le elezioni. “Stiamo vedendo una spinta enorme, un imponente numero di persone che vanno a votare, rompono record”, ha detto parlando brevemente a Pembroke Pines, prima che la pioggia la costringesse a sospendere il comizio. Prima di salire sul palco, Clinton aveva ringraziato personalmente gli elettori in un centro allestito per il voto anticipato a West Miami.
Secondo le stime di Daniel Smith, docente di scienze politiche presso la Florida University, l’aumento del voto anticipato tra gli ispanici nello Stato e’ stato fino al 152 per cento in piu’ rispetto allo stesso periodo del 2012. Non solo: secondo Steven Schale, che gestiva le operazioni della campagna di Barack Obama in Florida nel 2008, la maggioranza di questi ispanici sono persone con una scarsa propensione al voto (persone cioe’ che non hanno mai votato prima o che hanno votato solo in una delle ultime tre elezioni). Il che vuol dire che questi elettori non sono ben rappresentati nei sondaggi che circolano, i quali si concentrano sui probabili elettori.
Anche il sesso dei votanti puo’ dare qualche indicazione: in Michigan, North Carolina, Virginia, il voto anticipato ha attratto un gran numero di donne. Le donne sono piu’ propense a votare Clinton di quanto non facciano gli uomini e dunque anche questo sembra un buon segno per Hillary.
Il Michigan e’ uno Stato che premia di solito i democratici, ma in cui Trump stavolta annusa la vittoria. Quello che emerge e’ anche una diminuzione del voto nero anticipato: in Georgia (favorevole ai repubblicani), North Carolina e Ohio (questi ultimi entrambi in bilico), i neri hanno partecipato all’early voting in maniera molto piu’ bassa che nelle elezioni di quattro anni fa, quando erano galvanizzati dalla rielezione di Barack Obama, il primo presidente nero della storia americana. Il rovescio della medaglia di quel calo e’ il forte aumento del voto anticipato dei bianchi per esempio in Wisconsin, dove sono andati a votare in misura decisamente superiore che nel 2012: e questo invece suggerisce un vantaggio per Donald Trump. E, infatti, di solito il Wisconsin finisce nel bottino dei Democratici ma stavolta potrebbe sfuggire.