SANTARPINO. Alla luce dello scollamento creatosi in seno alla maggioranza retta dal sindaco Eugenio Di Santo, ci tengo a precisare che il sottoscritto non è stato coinvolto in nessuno dei processi decisionali della coalizione e del gruppo consiliare di Alleanza Democratica per SantArpino.
Lo sottolinea il consigliere Rodolfo Spanò, ex vicesindaco e candidato del Pdl alle ultime provinciali. Già da tempo continua Spanò il coordinamento politico della coalizione era stato di fatto espropriato da una ristretta schiera di addetti ai lavori che si sono arrogati il diritto di usare il nostro simbolo comune a proprio uso e piacimento. E anche le ultime uscite pubbliche hanno avuto quali finalità quelle di supportare la campagna elettorale del sindaco, senza tener in alcuna considerazione che allinterno della maggioranza ci fossero altri candidati a cominciare dal sottoscritto. Per questo ribadisco che personalmente non sono tra i redattori, né tantomeno tra gli ideatori, se non delle prime note pubbliche. Fra le altre cose non le condivido neppure, non trovando le stesse consone alla mia storia ed al mio operato politico.
Per Spanò è ovvio che ora, passata questa competizione elettorale, è necessario avviare una fase di confronto in seno alla maggioranza, alla luce sia del grave gesto di arroganza che ha portato il sindaco a revocarmi in maniera pretestuosa le deleghe, sia perché si è costituito un nuovo gruppo, quello dellUdeur, che di fatto ha decretato la fine dellesperienza del gruppo unico, con le dimissioni dellex capogruppo Capasso. E altrettanto evidente il grande disagio di numerosi esponenti di punta anche della stessa maggioranza e la sconfessione da parte dei vertici provinciali di assessori e consiglieri quali Gianluca Fioratti e Raffaele Lettera che ormai si avviano ad uscire dal Pdl, del quale non hanno condiviso e non condividono ideali e principi, producendo attività per meri interessi personali e dei quali saranno chiamati a rispondere dinanzi allelettorato.
Il sottoscritto, conclude Spanò come sempre, è disponibile ad un confronto franco e alla luce del sole, senza sotterfugi nellesclusivo interesse della comunità da noi tutti amministrata, e senza che alcuno si arroghi un diritto di primogenitura che non gli spetta, soprattutto perché non legittimato dal popolo.