Arresto Marra, sotto accusa la sindaca Raggi. Saviano: “M5S fragile”

di Gabriella Ronza

I pentastellati sono sotto accusa dopo che Raffaele Marra, capo del personale del Campidoglio e braccio destro della sindaca di Roma Virginia Raggi, è stato arrestato con l’accusa di corruzione.

Sembrerebbe che quando era direttore dell’ufficio delle Politiche abitative del Comune e capo del Dipartimento del patrimonio, Sergio Scarpellini avrebbe messo a disposizione della famiglia Marra i soldi per l’acquisto da parte della moglie del funzionario di un immobile nel 2013 in cambio di una completa disposizione della carica politica di quest’ultimo a servizio del costruttore.

Al centro dell’inchiesta, in particolare, una casa di oltre 150 metri quadri che era di Enasarco, la cassa previdenziale degli agenti e dei rappresentanti di commercio. Gli assegni circolari per più di 300mila euro, secondo la ricostruzione dei flussi finanziari fatta dai carabinieri, dai pm Barbara Zuin e dall’aggiunto Paolo Ielo, sarebbero stati forniti dal costruttore Scarpellini. Che, a sua volta, avrebbe fornito la provvista per gli assegni circolari all’ente venditore.

In quella stessa casa, dove Marra ancora viveva mentre la moglie col resto della famiglia risiede a Malta dal 2015, il politico è stato arrestato. Secondo l’accusa inoltre per l’acquisto della casa Marra avrebbe beneficiato delle agevolazioni riservate agli inquilini (fino al 40% di sconto) pur non essendo di fatto ancora residente nello stabile di proprietà Enasarco.

Anche le precedenti compravendite, svelate sempre da L’Espresso, sono state oggetto dell’indagine. Marra ha acquistato a un prezzo più basso da una società di Scarpellini e ha venduto al costruttore un suo immobile di minor pregio. Le compravendite avvenute però nel 2009 non sono alla base dell’arresto perché fatti ormai coperti da prescrizione, sono passati infatti 7 anni e mezzo. I contatti tra Marra e Scarpellini sono proseguiti anche dopo l’avvento della giunta Raggi. Secondo i magistrati il dirigente del Comune si diceva a disposizione del costruttore. Dopo l’arresto, i carabinieri hanno perquisito anche l’ufficio di Marra in Campidoglio.

Duro colpo per la Raggi, a soli meno due giorni dalle dimissioni dell’assessore all’Ambiente e all’indomani dell’acquisizione dei documenti della Guardia di Finanza in merito alle nomine della giunta  (del capo segreteria Salvatore Romeo e dello stesso Marra). La sindaca ha sempre difeso il capo del personale, che prima aveva scelto come vice capo di gabinetto, nonostante il direttorio del M5s e Beppe Grillo le avessero chiesto di allontanarlo. “Lui non si tocca” aveva detto. La sua permanenza nel Comune di Roma è stato uno dei motivi principali che ha portato la deputata Roberta Lombardi, membro di quello che è stato il minidirettorio romano, alle dimissioni. “Marra è il virus che ha infettato il M5s”, aveva detto, ricordando sempre l’acquisto dell’attico maxiscontato.

La delicatissima situazione ha fatto saltare il flashmob organizzato dai grillini a Siena a sostegno dei risparmiatori per la vicenda Mps. Inoltre, ha scatenato immediatamente le reazioni politiche degli avversari del M5S, oltre ad aggravare la spaccatura interna al Movimento fra pro e contro Raggi.

Ad attaccare per primo i vertici cinquestelle è Matteo Orfini, presidente del Pd, che in un post su Facebook accusa Beppe Grillo di essere “politicamente corresponsabile” assieme ad Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. Prima le tardive dimissioni della Muraro, poi le perquisizioni in Campidoglio, oggi l’arresto di Marra: quando dissi che stavano riciclando il peggio, quando raccontai i legami pericolosi di questa gente, Grillo, Di Battista e Di Maio mi insultarono” ha rivelato. Seguono il deputato dem Andrea Romano (“Raggi fallimento epocale, la città ne paga il conto”) e il senatore Stefano Esposito.

Anche Stefano Fassina, deputato di Sinistra italiana, che ha corso per la poltrona di sindaco, ribadisce: “La giunta Raggi non può più andare avanti”. Il centrodestra va giù duro contro la giunta capitolina, paralizzata in questi sei mesi da giri di nomine, dimissioni, indagini e ora arresti, e chiede le dimissioni di Virginia Raggi. A cominciare dal senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia: “I grillini hanno chiesto le dimissioni per chiunque e per qualunque cosa. Si applichi lo stesso metodo che hanno evocato contro i loro avversari. Immediate dimissioni del sindaco Raggi. Se ne vada via oggi stesso”.

Critico Federico Rocca, responsabile romano di Fdi, che aggiunge: “Il grido ‘onestà, onestà’ si è strozzato in gola a chi ci aveva creduto. La sindaca si dimetta in maniera irrevocabile”.

Sul caso interviene anche il leader della Lega Nord Matteo Salvini, che ricorda anche l’autosospensione del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, indagato. “Arrestato per corruzione Marra, capo del personale e fedelissimo del sindaco di Roma Raggi, 5stelle. Indagato per falso su appalti Expo Sala, sindaco Pd di Milano. Buona giornata amici…”.

Dallo stesso partito arrivano reazioni diverse: Il caso Marra scuote il Movimento e fa partire la resa dei conti interna. Tra i cinquestelle si levano le voci dei più intransigenti, come il senatore Nicola Morra che commenta: “Dal M5S non si può che pretendere rigore”. Il deputato Roberto Fico, ex membro del Direttorio pentastellato, riconosce la gravità dell’accaduto: “Non c’è dubbio che è una cosa grave, adesso ci riuniremo con i gruppi ed uscirà una linea comune, senza alcun problema”.

Il capogruppo dei cinquestelle in Campidoglio Paolo Ferrara invece minimizza: “Marra non é un politico, è un esponente tecnico, di fatto lo sostituiremo come giusto che sia”. Mentre dal presidente dell’assemblea comunale, Marcello De Vito, arriva un silenzioso “no comment”.

Dal mondo esterno si leva la voce dello scrittore Roberto Saviano, che sottolinea come il “M5S non abbia anticorpi” e sia stato di fatto “scalato” dalla destra vicina all’ex sindaco Alemanno. Le parole dello scrittore sono lucide e taglienti: “Pochi mesi di amministrazione Raggi a Roma sono bastati a far comprendere quanto il M5S sia fragile”.

Persino Confindustria prende posizione contro Raggi, con il presidente Vincenzo Boccia che si augura che Roma “riesca quanto prima a esprimere una governance all’altezza di una capitale”.

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