Virginia Raggi ha ricevuto un invito a comparire dinanzi ai magistrati della procura di Roma. La sindaca risulta indagata nell’inchiesta relativa alla nomina a capo del Dipartimento turismo del Campidoglio di Renato Marra, fratello di Raffaele, ex capo del personale del Comune e fedelissimo della sindaca arrestato il 16 dicembre. Sull’episodio i pm di piazzale Clodio avevano aperto un fascicolo coordinato dall’aggiunto Paolo Ielo. Abuso d’ufficio e falso le ipotesi di reato.
“Oggi mi è giunto un invito a comparire dalla Procura di Roma – scrive il primo cittadino su Facebook – nell’ambito della vicenda relativa alla nomina di Renato Marra a direttore del dipartimento Turismo che, come è noto, è già stata revocata”.
“Ho informato Beppe Grillo e adempiuto al dovere di informazione previsto dal Codice di comportamento del MoVimento 5 Stelle (pubblicato sul blog di Grillo il 2 gennaio e sottoposto alla ratifica del voto degli iscritti il giorno successivo, ndr)- recita ancora il post – ho avvisato i consiglieri di maggioranza e i membri della giunta e, nella massima trasparenza che contraddistingue l’operato del M5S, ora avviso tutti i cittadini. Sono molto serena, ho completa fiducia nella magistratura, come sempre. Siamo pronti a dare ogni chiarimento”.
“Abbiamo appreso la notizia con serenità perché siamo coscienti che tutto verrà chiarito – commenta il capogruppo del M5S in Campidoglio, Paolo Ferrara, a margine dell’Assemblea capitolina – non c’è nessun dubbio in merito alla sindaca e la maggioranza va avanti ancora più compatta. Non mi risulta sia indagata. Se c’è la possibilità di una autosospensione di Raggi? Non commento le ipotesi”.
I magistrati capitolini sono al lavoro per capire se la nomina di Renato a direttore della direzione Turismo abbia coinvolto il fratello, che era a capo dell’ufficio personale. Del caso si è occupata l’Autorità Nazionale Anticorruzione ritenendo “configurabile” il “conflitto di interessi“, sia nel caso in cui Raffaele Marra avesse svolto un mero ruolo formale nella procedura, sia nell’eventualità di una sua partecipazione diretta all’attività istruttoria. Raggi aveva prima precisato che tale ruolo era “stato di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni” da lei assunte, “senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali”. Poi a fronte della delibera dell’Anac ha disposto l’annullamento in autotutela dell’affidamento dell’incarico.
Ma in una conversazione sulla chat dei “Quattro amici al bar“, com’era chiamato il gruppo su Telegram con il quale la sindaca si teneva in contatto con Marra, con l’ex vicesindaco Daniele Frongia e con l’ex capo della segreteria Salvatore Romeo, Raggi chiedeva notizie sullo stipendio che Renato avrebbe percepito da capo dipartimento: sarebbe la prova che l’ex capo del personale gestì la nomina in conflitto di interessi.
Non solo. In un altro scambio di messaggi, anche questo acquisito dalla procura, Raggi si lamenta con Marra per l’aumento di stipendio garantito al fratello in seguito alla promozione. “Perché se c’era un aumento di stipendio tu non me lo hai detto?”, chiede la sindaca al suo fidatissimo capo del personale. Uno scambio che, a detta degli inquirenti, smentisce il fatto che la sindaca possa aver deciso da sola.