Google cita in giudizio Uber: “Rubati progetto per la guida automatica”

di Redazione

Uber, servizio mobile di trasporto automobilistico privato internazionale, è stato citato in giudizio, insieme alla sussidiaria società di software Otto, da Waymo, unità di guida automatica di Google. L’accusa è quella di aver violato i brevetti e copiato file rilevanti sulla tecnologia del sensore LiDAR, un sistema che utilizza fasci laser per prendere le misure, individuare oggetti su strada e riprodurre un’immagine virtuale del mondo circostante.

Secondo quanto denuncia Google, Anthony Lewandowsy, ex manager della controllata Waymo, avrebbe copiato circa 14mila file prima di lasciare l’azienda, portando con sé anche i progetti della tecnologia che poi è stata utilizzata anche da Otto, la società fondata dallo stesso manager una volta lasciata Alphabet e acquistata nei mesi scorsi da Uber.

Il servizio che collega passeggeri e autisti ha investito ad agosto dello scorso anno 680 milioni di dollari in Otto, lanciato nel maggio scorso con il sigillo di qualità di Anthony Levandowski, uno dei suoi co-fondatori, che era stato in precedenza nel programma di Google per la guida automatica. Inoltre, secondo l’accusa, anche altri manager, che sarebbero nel tempo passati alla società di software automatici, avrebbero copiato file di proprietà di Waymo e li avrebbero utilizzati per mettere a punto tecnologie di guida autonoma. ​

“Mentre Waymo ha sviluppato i propri sistemi LiDAR per molti anni, gli imputati tratto profitto da informazioni rubate per abbreviare il processo e presumibilmente costruire un sistema analogo al LiDAR in soli nove mesi”, si legge nel testo della querela presentato presso un tribunale di San Francisco. Secondo Google, Levandowski avrebbe scaricato oltre 14 mila file riservati prima di dimettersi.

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