Aversa, 70enne affetta da meningite. Rientra allarme: “Non è infettiva”

di Nicola Rosselli

Aversa – Rientra l’allarme ad Aversa dopo che, a seguito di accertamenti, è emerso che quello della donna di 70 anni ricoverata ieri al “Moscati” di Aversa e, successivamente, al “Cotugno” di Napoli, non sarebbe un caso di meningite conclamata ma da pneumococco, quindi non infettiva. Le sue condizioni, comunque, continuano ad essere gravi.

La paziente, di Aversa, dopo essere stata per alcune ore sotto osservazione, tra la mattinata e il pomeriggio di martedì scorso, al pronto soccorso del “Moscati”, era stata trasferita al “Cotugno”, nosocomio napoletano specializzato in malattie infettive, dove sarebbe ancora ricoverata. I sanitari l’avrebbero intubata a causa di sopravvenute difficoltà respiratorie.

Oltre a presentare febbre alta, la donna è afflitta da cirrosi epatica. Proprio a causa del problema epatico che la donna presentava, ieri, in un primo momento, si era ipotizzato un caso di encefalite. Poi, nel pomeriggio, erano giunti i risultati degli esami specifici che non lasciavano più dubbi: la donna era affetta da meningite. Successivamente si è potuto accertare che si tratta di una meningite di origine virale per cui si è anche smorzato l’allarme per la profilassi mancata e per le modalità con le quali il caso era stato trattato.

L’episodio, infatti, aveva destato molta preoccupazione tra gli addetti al pronto soccorso aversano. La donna, stando alle testimonianze di alcuni addetti al reparto, sarebbe stata nei locali del pronto soccorso per diverse ore, entrando in contatto con diverse persone inconsapevoli della presenza della meningite. Non a caso, infermieri e sanitari hanno più volte evidenziato che non esiste nella struttura un’apposita stanza per osservazione di casi sospetti di malattie infettive, nonostante l’importante bacino di utenza che fa capo al “Moscati”. Di conseguenza, casi come quelli in questione, ma anche più gravi, vengono, ordinariamente, trattati in pronto soccorso a contatto con altri pazienti, ma, soprattutto, senza particolari dispositivi di sicurezza per medici, infermieri e tutto il personale che opera in quel reparto.

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