E’ stato condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione un uomo ritenuto colpevole di aver abusato sessualmente di una minore. Il caso si è chiuso, a Torino, poco prima che cadesse in prescrizione, dopo ben 17 anni. I giudici hanno respinto l’ultimo ricorso dell’imputato, un peruviano di 50 anni, confermando la condanna.
I fatti risalgono al 2000, quando la giovane vittima aveva 11 anni. L’uomo era il patrigno della ragazzina e, in base a quanto ricostruito, ha abusato della giovane per ben 3 anni. Fu lui stesso, quando la vicenda venne alla luce, nel procedimento penale difeso dall’avvocato Domenico Peila, a presentarsi in Procura e ad ammettere gli episodi di violenza.
La vittima però non ha potuto avere giustizia. La prima sentenza d’appello arrivò nel luglio del 2014 ma la ragazza si era tolta la vita già alcuni anni prima lanciandosi dalla finestra di un condominio alla periferia sud di Torino. La giovane compì il folle gesto quando il caso divenne noto.
Nel 2015 la Cassazione certificò che alcuni episodi erano ormai prescritti e ordinò un nuovo processo d’appello, che venne celebrato nel maggio del 2016, per il ricalcolo della pena. Entro pochi giorni l’intera vicenda sarebbe caduta in prescrizione.
Così, per evitare che l’uomo uscisse indenne dall’accaduto, i giudici hanno deciso di respingere l’ultimo ricorso dell’imputato. ll caso è stato chiuso in Cassazione a Roma dopo ben 17 anni. Tempi decisamente troppo lunghi per chi ha bisogno di giustizia.