L’attacco al Parlamento di Londra, avvenuto intorno alle 16 (ora italiana) di mercoledì 22 marzo, è stato rivendicato dall’Isis. E’ pari a 4 il bilancio delle persone morte, tra cui l’assalitore, una donna di nome Aysha Frade, con passaporto britannico e origini spagnole, di 43 anni e il poliziotto, Keith Palmer, 48 anni, accoltellato nel cortile di Westminster. Non è stata ancora diffusa l’identità dell’ultima vittima ma pare si tratti di un uomo. Una quarantina i feriti, alcuni molto gravi. La seduta del Parlamento britannico, che era in corso, è stata sospesa. L’assalitore, Abu Izzadeen, armato di coltello (nella fotogallery in alto), è stato colpito e ucciso.
Secondo le prime informazioni, intorno alle 14.45, ora di Londra, un fuoristrada grigio proveniente dalla riva sud del Tamigi sale all’improvviso sul marciapiede adiacente il Parlamento di Westminster e falcia i pedoni che a quell’ora sono come sempre numerosi. Tra le vittime molto probabilmente ci sono dei turisti, perché sono in particolare i visitatori stranieri a frequentare l’area per scattare foto ricordo con il Big Ben sullo sfondo.
L’auto va a fracassarsi contro i cancelli esterni del palazzo. A quel punto, secondo una prima ricostruzione, l’uomo esce dal veicolo e raggiunge a piedi l’ingresso della camera dei Comuni, a poche decine di metri di distanza. Al cancello stazionano sempre un paio di poliziotti: l’uomo, vestito di nero, ne assale uno con un lungo coltello, lo ferisce e lo fa cadere al suolo. Un secondo poliziotto va a chiamare soccorsi. L’assalitore si allontana ma sopraggiungono due agenti in borghese, che prima gli intimano di fermarsi e alzare le mani, poi, visto che lui ignora il comando, gli sparano con le pistole una, due, tre volte, abbattendolo. I testimoni lo descrivono come un uomo dai tratti asiatici e di circa 40 anni.
Un elicottero ambulanza è atterrato nel giardino della Camera dei Comuni e ha portato via i feriti più gravi. L’incidente al momento sembra chiuso, per precauzione la polizia ha chiuso la fermata della metropolitana di Westminster. Resta lo stato di allerta per timore di complici. Un portavoce ha dichiarato che la premier Theresa May “è in salvo”.
CHI E’ IL TERRORISTA – Il sospetto terrorista sarebbe Abu Izzadeen, un cittadino britannico, di 42 anni, nato il 18 aprile 1975 da una famiglia jamaicana a Hackney, zona est di Londra. Izzadeen era il portavoce di Al Ghurabaa, un’organizzazione terroristica di matrice islamica, che era stata iscritta nel 2006 nella lista nera delle organizzazioni pericolose dal Parlamento britannico attraverso il Terrorism Act. Brooks si era convertito all’Islam il giorno prima di compiere 18 anni, il 17 aprile del 1993, cambiando il suo nome in Omar, ma preferendo essere chiamato Abu Izadeen. Parla correntemente l’inglese e l’arabo. Di professione elettricista, si è sposato nel 1998 e ha avuto tre figli. Nel 1990 ha incontrato Omar Bakri Muhammad e Abu Hamza al-Masri nella moschea di Finsbury Park: qui, sembra essere avvenuta la sua radicalizzazione. E’ stato in Pakistan nel 2001, prima degli attacchi dell’11 settembre. Alla polizia ha detto di essersi recato lì per dare una serie di conferenze. Ma ha anche affermato di aver partecipato a campi di addestramento terroristici in Afghanistan. “Encomiabili”, così aveva definito i kamikaze del 7/7 di Londra. Egli stesso arringando i suoi seguaci aveva dichiarato di voler morire come attentatore suicida. Andava predicando di voler portare la sharia nella Gran Bretagna. Nell’agosto del 2007 è stato accusato da Scotland Yard di incitamento al terrorismo. Per questo ha scontato una condanna a quattro anni e mezzo.
Il Site che cita l’Amaq News Agency, organo di propaganda dello Stato islamico, ha informato che l’attentato è da attribuirsi a un “soldato del Califfato che ha agito in risposta agli appelli a colpire i cittadini delle nazioni che fanno parte della Coalizione”.
L’attentatore, ha affermato il premier May, era “noto ai servizi segreti ed era un britannico indagato per terrorismo”. Nella notte otto persone sono state arrestate nel corso di un blitz che ha toccato la città di Birmingham e altre città britanniche. Perquisiti diversi appartamenti. La polizia di Londra ha lanciato un appello ai media a non divulgare il nome dell’attentatore. “Riconosco che i media stanno facendo progressi verso l’identificazione dell’attentatore. Continuo a chiedere che questo nome non venga pubblicato mentre siamo in una fase così delicata delle nostre indagini, e mentre continuiamo a condurre arresti e perquisizioni”, ha detto il vice capo della polizia di Londra (Met), Mark Rowley.
Da quanto sta emergendo dalle indagini condotte da Scotland Yard, l’attentatore “è stato ispirato dal terrorismo internazionale”. Rowley ribadisce che l’uomo avrebbe agito da solo, mentre i sette arresti compiuti in diverse località del Paese riguardano possibili fiancheggiatori ma non complici.