Camorra, sequestrati beni per 10 milioni al boss di Afragola Luigi Moccia

di Redazione
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Gli agenti della Questura di Napoli hanno eseguito un decreto di sequestro beni, ai sensi della normativa antimafia, emesso dal Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione – nei confronti di Luigi Moccia, 60enne napoletano, considerato elemento apicale dell’omonimo clan attivo ad Afragola e nell’area nord della provincia di Napoli.

Il valore dei beni sequestrati è di 10 milioni di euro. Tra questi anche società romane nel settore del commercio all’ingrosso dei prodotti alimentari e parti immobiliari dell’hotel San Pietro nella zona della ferrovia e una mega villa di 40 vani che si trova ad Afragola.

I sigilli riguardano anche tre appartamenti, un garage, un terreno, un magazzino – tutti ad Afragola – due terreni (per complessivi 42580 metri quadrati) ad Acerra e varie unità immobiliari a Napoli. Sequestrate, inoltre, le quote e l’intero patrimonio della società ‘Geni srl’ di Roma, che si occupa del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari. A Roma sono stati messi i sigilli anche a un’altra ditta (che opera nel settore dei servizi di sostegno alle imprese). Infine, sono stati sequestrati 9 veicoli (tra auto e moto) e rapporti bancari.

60 anni, Luigi Moccia fu arrestato a Roma il 20 gennaio del 2011, in un blitz notturno nella casa in cui risiedeva ai Parioli. Sorvegliato speciale, aveva più volte violato la misura cautelare: in particolare a Natale e Capodanno 2009, e in diverse occasioni nel 2010 quando, tra l’altro, secondo quanto accertato, aveva incontrato diversi pregiudicati.

Era residente ad Afragola ma, dopo aver chiesto ed ottenuto l’autorizzazione, si era trasferito nel novembre 2010 a Roma, dove era regolarmente domiciliato dopo essere stato scarcerato mesi prima, in quanto non ritenuto colpevole di un omicidio di cui era stato accusato.

Il clan Moccia è uno dei più antichi e potenti sodalizi camorristici operante nella bassa Liburia, in particolare nei comuni di Afragola, Casoria, Arzano, Caivano, e limitrofi, situati a nord-est di Napoli. Ha preso il posto del clan Magliulo, abbattendo di fatto uno dei pilastri del clan Alfieri.

Fondatore fu Gennaro Moccia, ucciso in un attentato camorristico nell’aprile 1974 probabilmente da un gruppo di sicari mandati dai rivali del clan Giuliano. Da allora ha preso il suo posto la moglie, Anna Mazza, prima donna in Italia aver subìto procedimenti penali per reati di mafia.

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