Raid chimico in Siria, il mondo sotto choc. Ma Russia difende Assad: “Colpito arsenale ribelli”

di Redazione

72 i morti nel nord della Siria, nella provincia di Idlib, per l’attacco chimico che sarebbe stato compiuto sulla popolazione dal regime di Assad. Le terribili foto diffuse dai media mostrano ciò che l’attacco chimico ha lasciato dietro di sé. Gruppi di bambini seminudi, ammassati gli uni sugli altri, con le braccia rigide, gli occhi ancora spalancati e il terrore nello sguardo.

Le immagini mostrano file di cadaveri a terra ma anche gli ospedali con i bimbi terrorizzati, spaesati, alcuni in fin di vita, il volto coperto dalle maschere di ossigeno. E poi un padre, disperato, con gli occhi segnati dal pianto, che tiene in braccio il corpo rigido della sua bambina. Alcune foto ricordano quelle nei campi di sterminio nazisti.

Ma la Russia, attraverso il proprio ministero della Difesa, avanza un’altra tesi: il governo di Damasco avrebbe colpito con un raid aereo un arsenale dei ribelli. L’attacco, dunque, secondo Mosca, non sarebbe stato compiuto volutamente.

Il portavoce del ministero, il generale maggiore Igor Konashenkov, ha detto che le attività militari russe hanno registrato martedì un attacco delle forze aeree siriane su depositi di armi e una fabbrica di munizioni nella periferia orientale della città di Khan Sheikhoun. Le autorità di Mosca hanno poi aggiunto che armi chimiche prodotte dalla fabbrica sono state utilizzate in Iraq e lo stesso tipo di arsenale era stato utilizzato in precedenza dai ribelli ad Aleppo, dove si erano riscontrate sintomatologie simili a quelle osservate a Khan Sheikhoun.

Il comando generale delle forze armate siriane “smentisce categoricamente” di avere compiuto un attacco chimico a Khan Sheikhun. Le forze armate “non hanno e non useranno mai questi materiali in nessun luogo o momento”, si in una nota, in cui si afferma che lo stesso comando generale “ritiene responsabili per l’uso di sostanze chimiche e tossiche i gruppi terroristi e i loro seguaci”.

Anche il vescovo siriano Antoine Audo, alla guida della diocesi caldea di Aleppo, ritiene surreale l’ipotesi di un attacco mirato alla popolazione: “In questa situazione così frammentata, con tanti interessi e attori in gioco, è difficile poter essere sicuri al cento per cento di come stanno le cose. Ma per quello che conosciamo in base alle nostre esperienze, non riesco proprio a immaginare che il governo siriano sia così sprovveduto e ignorante da poter fare degli errori così madornali”.

Ma la Turchia alza i toni e, attraverso il portavoce del ministero degli Esteri turco, Huseyin Muftuoglu, ha “portato all’attenzione” delle ambasciate di Russia e Iran che si tratta di “una violazione molto grave degli accordi per il cessate il fuoco”, ricordando “le responsabilità degli altri due Paesi garanti” della tregua di Astana e spiegando che “violazioni del genere mettono estremamente a rischio la prosecuzione del cessate il fuoco”.

Intanto, Gran Bretagna, Francia e Stati uniti hanno presentato una bozza di risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’Onu, che si riunirà in giornata in seduta d’emergenza, condannado il raid chimico e chiedendo un’indagine completa. Il testo chiede all’Organizzazione contro le armi chimiche di riferire al più presto sugli elementi raccolti dalla missione di controllo. Il testo è stato visionato dai 15 membri del Consiglio alla vigilia dell’incontro d’emergenza richiesto dalla Francia e dalla Gran Bretagna.

Negli Usa i senatori repubblicani hanno chiesto all’amministrazione Trump di reagire fermamente contro il regime di Assad “Assad sta testando il presidente Trump e il nostro segretario di stato Rex Tillerson, non possiamo non fare qualcosa”, ha detto il senatore John N. Kennedy alla Cnn. Gli ha fatto eco il senatore John McCain, che ha invitato ad armare l’esercito libero siriano: “Assad e i suoi amici, ossia i russi, fanno attenzione a quello che dicono gli americani, sono sicuro che si sentono incoraggiati dal ritiro degli Stati Uniti e dalle aperture dei russi. È un nuovo capitolo vergognoso della storia americana”.

Per il presidente Trump “l’attacco chimico di oggi contro degli innocenti in Siria, compresi donne e bambini, è riprovevole e non può essere ignorato dal mondo civilizzato” che “le azioni atroci del regime di Bashar al Assad sono una conseguenza della debolezza della passata amministrazione. Il presidente Obama nel 2012 ha detto che avrebbe creato una linea rossa contro le armi chimiche ma poi non ha fatto niente”.

Il raid è avvenuto in una zona in mano ai ribelli e qaedisti dell’organizzazione Fatah al Sham (ex Fronte al Nusra) quindi area che non è tornata sotto il controllo di Assad.

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