Terremoto, Gentiloni: “Un miliardo all’anno per la ricostruzione”

di Redazione

“Inseriremo nel Def oltre un miliardo all’anno per la ricostruzione post sisma”. Lo ha annunciato il premier Paolo Gentiloni dopo un incontro sul progetto di prevenzione del rischio “Casa Italia”, di cui l’architetto Renzo Piano è l’ispiratore. “Abbiamo fatto un buon lavoro nell’emergenza – ha aggiunto – e speriamo di fare un buon lavoro nella ricostruzione, superando anche le strozzature burocratiche”.

Il presidente del Consiglio ha definito Casa Italia “uno dei progetti più ambiziosi che abbiamo, talmente ambizioso che la prospettiva è lunga e non vincolata a questa o quella stagione politica”. La prima fase operativa del piano prevede l’apertura di dieci cantieri lungo l’intero arco appenninico.

“La nostra è una grande bellezza molto fragile – ha ripreso – e le recenti scosse ci hanno colpito al cuore perché nei territori colpiti dell’Appennino c’é un pezzo della storia del nostro Paese e non dobbiamo nascondere il fatto che la frequenza delle scosse da agosto a gennaio ha reso ancora più grave l’emergenza”.

Gentiloni ha però sottolineato che il terremoto, pur avendo “inciso nello spirito della popolazione” colpita, non ha fatto venir meno in essa “la fiducia e la speranza. C’è una volontà in loro sulla quale possiamo e vogliamo fare leva”. Ha poi osservato infine che investire su “Casa Italia” con metodo scientifico “significa risparmiare denaro pubblico. Basti pensare che le scosse degli ultimi sette, otto mesi hanno avuto un costo delle cure che abbiamo stimato in 23 miliardi di euro. Pensate quanto può consentire di risparmiare alla Pubblica amministrazione. Mi auguro che questi prototipi ci diano le chiavi per il progetto più generale”.

Intanto, resta confermata all’1% la stima del governo sul Pil nel 2017, come ha detto il viceministro dell’Economia Enrico Morando a margine del workshop Ambrosetti di Cernobbio. “Quando abbiamo presentato le stime di crescita per il 2017 e abbiamo detto +1% siamo stati assaliti da un coro di critiche che ci accusavano di ottimismo – ha spiegato -. Poi ipotizzammo un aumento dell’indebitamento dal 2,2 al 2,4%. Ora stiamo facendo la correzione dello 0,2% ma il prodotto resta all’1%, se non la facessimo la crescita sarebbe dell’1,1%”.

“Possiamo ritenere – ha aggiunto – che il volume totale del debito possa cominciare a scendere dal 2018 e negli anni successivi con un ritmo di caduta sostanzialmente significativo”.

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