Tre ragazzi di Carpi (Modena) sono stati fermati dai carabinieri dopo il raid vandalico compiuto nella notte tra giovedì 20 e venerdì 21 aprile ai danni della scuola “Meucci”. Dopo aver rubato cinque bus pubblici dell’azienda “Seta” dalla stazione di via Peruzzi, hanno utilizzato due dei mezzi pubblici per sfondare l’ingresso esterno e quello principale dell’istituto, frequentato da due dei tre giovani. Si tratta di due 16enni, nati a Carpi da famiglie tunisine, e di un 17enne nato in Senegal, ma in Italia da anni.
Avrebbero agito per “noia”. “Per vivere una notta diversa dal solito, da leoni. Avremmo solo voluto parcheggiare i pullmini davanti alla scuola e poi andare via”, avrebbe dichiarato uno di loro. I carabinieri hanno individuato uno dei colpevoli grazie al nome ascoltato dai filmati: sono andati a casa sua, l’hanno perquisita, e hanno trovato un cellulare che ha ripreso la scorribanda. Poi, sia con i social, sia con i tracciati delle stazioni radiobase sono stati individuati gli altri due che, come il primo, hanno fatto di tutto per sottrarsi alla cattura, avvenuta sabato pomeriggio, davanti al McDonald, che è stato perquisito. Sono stati trovati tutti i capi d’abbigliamento ripresi, due telefonini con cui le “gesta” vengono immortalate, ma in uno la scheda era stata buttata.
“Non c’erano motivi di acredine contro l’istituto o i professori”, spiega il capitano della compagnia di Carpi, Alessandro Iacovelli, mentre Giovanni Balboni, comandante provinciale dei carabinieri di Modena, parla di “un film agghiacciante”. Prima di schiantarsi contro la scuola, i bus – come dimostrano le immagini delle telecamere – sono stati utilizzati per una vera e propria gara ad alta velocità lungo 30 chilometri, sempre a Carpi, con cartelli stradali abbattuti e semafori rossi ‘bruciati’. I loro genitori si dicono sconvolti e molto dispiaciuti per quanto successo.
Il tribunale dei minorenni di Bologna ha convalidato il fermo, con l’accusa di furto e danneggiamento aggravati e continuati, guida senza patente e interruzione di pubblico servizio, e assegnato gli indagati ad un centro di prima accoglienza per minori.
I giovani e i loro genitori sono stati sentiti oggi dal giudice, come spiega l’avvocato dei ragazzi Mario Di Frenna, del foro di Reggio Emilia, che conferma l’affidamento in comunità: “Tutti hanno chiarito gli episodi a loro carico e chiesto scusa, così come hanno fatto i genitori. Non si sono mostrati reticenti”, segnala l’avvocato reggiano. A questo punto, vista la confessione dei tre e l’evidenza delle prove, il processo si terrà in tempi brevi: sia nel caso della fissazione di un’udienza preliminare da parte del giudice sia in quello della richiesta di giudizio immediato da parte della Procura. La difesa, da parte sua, chiederà il rito abbreviato.
L’istituto Meucci, intanto, ha riaperto in un qualche modo sfruttando l’ingresso sul retro, visto che quello principale è ancora devastato. L’azienda Seta e la cooperativa Saca Bus che ha in gestione il deposito da cui sono stati rubati i bus stanno verificando come sia potuto avvenire il furto. Sembra che le saracinesche fossero chiuse ma non a chiave quella notte, anche se è ancora da chiarire. E non si contano, tra l’altro, le richieste di risarcimento danni dei proprietari delle auto danneggiate in strada, lungo il tragitto percorso dai ragazzi, la sera dell’atto vandalico.