Nella serata del 23 maggio i carabinieri di Valle di Maddaloni, all’esito di prolungata attività di indagine, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo, emesso dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di Indrit Jashari, 29 anni, Idajet Jashari, di 37, fratelli di origini albanesi, gravemente indiziati in ordine ai delitti di estorsione, furto aggravato e ricettazione consumati in concorso nel mese di marzo 2016 nei comuni di Valle di Maddaloni (Caserta) e Giugliano in Campania (Napoli).
Le investigazioni, originate a seguito dell’acquisizione delle notizie di reato, hanno permesso di ricostruire alcuni episodi delittuosi. In particolare l’8 marzo 2016 Indrit Jashari ed altri da identificare si introduceva all’interno di un’abitazione di Valle di Maddaloni asportando la somma di 2.020 euro, due telefoni cellulari marca Samsung, un tablet, alcuni monili in oro ed un furgone modello Doblo.
Successivamente, al fine di conseguire un ingiusto profitto, utilizzando una scheda intestata ad altra persona, contattava nella stessa giornata l’utenza in uso alla vittima e, qualificandosi come l’autore del furto, richiedeva la somma di denaro pari a 3000 euro, invitandola a rivolgersi all’altro germano, con il quale poi si accordava per la corresponsione della somma di 2000 euro in cambio della restituzione del proprio veicolo.
A carico di Indrit Jashari e ad altri soggetti è stato anche accertato un tentativo di furto all’interno di un appartamento sito a Giugliano. La stessa notte, di ritorno da Valle di Maddaloni, si fermavano presso l’abitazione di un cittadino italiano dove compivano atti idonei a sottrarre i beni custoditi, non riuscendo nell’intento poiché il proprietario, allertato dai rumori, faceva intervenire le forze dell’ordine. Nella circostanza veniva sequestrata l’autovettura utilizzata per l’azione delittuosa, oggetto di furto il 5 marzo 2016 a Terzigno (Napoli), all’interno della quale si rinveniva parte della refurtiva asportata a Valle di Maddaloni.
Le investigazioni sono state condotte attraverso l’analisi delle celle telefoniche, intercettazioni telefoniche nonché perquisizioni domiciliari che hanno permesso di acquisire ulteriori gravi indizi nonché di verificare l’esistenza di un effettivo pericolo di fuga degli indagati, essendo i due in procinto di rientrare in Albania. I due fermati sono stati condotti in carcere.