I carabinieri del Nas di Napoli hanno scoperto un mercato nero di farmaci salvavita. Eseguiti cinque provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone, tutti impiegati nel settore farmaceutico (dipendenti di grossisti e deposito farmaci), accusate di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e riciclaggio di farmaci provento di furto.
I destinatari delle misure, secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Nas, avevano costituito un vero e proprio mercato parallelo a quello ufficiale ove reperire i farmaci, in gran parte salvavita, a prezzo contenuto o comunque inferiore a quello di listino.
Si tratta, in particolare, di un 46enne, rappresentante farmaceutico; di un 47enne, già addetto del settore farmaceutico, ma attualmente disoccupato; di un 47enne e di un 62enne, entrambi trasportatori nel settore farmaceutico; di un 43enne, dipendente di un importante deposito farmaceutico, ubicato nell’area orientale di Napoli.
Le indagini traggono origine da preliminari accertamenti, avviati sulla condotta di un informatore farmaceutico, operante per conto di un grossista, il quale, — sulla scorta di dettagliate liste dei farmaci disponibili – proponeva a farmacisti compiacenti l’acquisto di farmaci, ospedalieri o particolarmente costosi, di provenienza illecita. Lo sviluppo delle investigazioni ha consentito di scoprire un illecito commercio di prodotti farmaceutici, anche salva vita, che in alcuni casi erano stati sottratti dai depositi da parte di dipendenti infedeli, in altri erano provento di reati predatori.
Secondo l’ipotesi accusatoria avvalorata dal giudice, gli indagati che avevano la disponibilità dei farmaci ne compilavano, al fine di immetterli sul mercato illegale, delle liste, inoltrate con messaggi di posta elettronica agli informatori farmaceutici e, a volte, direttamente ai farmacisti interessati all’acquisto. Il prezzo di vendita ai farmacisti era, ovviamente, inferiore a quello di mercato e, per dissimulare la illecita provenienza, venivano formate false fatture di acquisto.
Per comprendere la vastità dell’illecito giro d’affari, va evidenziato che, sulla base delle liste individuate, risulta che la merce nella disponibilità degli indagati aveva un valore di mercato complessivo di poco inferiore al milione di euro. È risultato dalle indagini che venivano commercializzate anche sostanze anabolizzanti.
Dal sistema illecito posto in essere è scaturito non solo un rilevante danno economico, idoneo ad alterare il meccanismo della concorrenza, ma anche un’attività potenzialmente dannosa per la salute di quanti, ignari, avrebbero assunto medicinali apparentemente acquistati nel circuito legale: dopo la sottrazione, infatti, i prodotti farmaceutici erano depositati e conservati in ambienti, nei quali non erano rispettate quelle cautele di conservazione, necessarie a preservarne l’integrità e l’efficacia. A tali risultati si è pervenuti attraverso attività di intercettazione e servizi di pedinamento, osservazione e controllo.
L’attività investigativa, condotta da ottobre 2016 ad aprile 2017, ha portato: all’esecuzione di 45 perquisizioni, personali e locali, nel corso delle quali sono state sequestrate circa 5mila confezioni di specialità medicinali provento di furto, numerose false fatture, computer e telefoni cellulari; all’arresto in flagranza di una delle persone coinvolte, tuttora detenuta, per detenzione di armi e munizioni da guerra: nel corso di una perquisizione effettuata presso la sua residenza furono rinvenuti, infatti, unitamente a liste di farmaci di provenienza illecita, un mitragliatore tipo Uzi, con relative munizioni, e tre bombe a mano; all’individuazione e deferimento alla Procura della Repubblica di 32 persone, che, a vario titolo, risultano coinvolte nell’attività criminosa descritta, tra questi farmacisti e depositari, operanti in Napoli e provincia.