Aversa – Le opposizioni potrebbero chiedere la convocazione di un Consiglio comunale con all’ordine del giorno la revoca della delibera di giunta con la quale è stata espressa la volontà dell’esecutivo normanno di non costituirsi quale parte civile nel procedimento nato dall’inchiesta ‘The Queen’, che vede coinvolto anche il primo cittadino aversano Enrico De Cristofaro per i presunti reati di turbativa d’asta e corruzione quando ricopriva la carica di presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Caserta. In queste ora sono in corso riunioni per valutare la proposta che sarebbe partita dai rappresentanti del Partito Democratico.
Intanto, sempre dall’opposizione, il consigliere ed ex parlamentare Paolo Santulli, quale responsabile dell’Osservatorio Politico Sociale “Libero”, preannunzia la volontà di costituirsi in giudizio da parte di alcune associazioni locali. “I cittadini di Aversa, insieme alla Città – afferma Santulli – sono parte offesa, così come previsto dal gip Federica Colucci. Non si può condividere la scelta della Giunta Municipale, in evidente conflitto, di non costituirsi parte civile, nel goffo tentativo di proteggere il sindaco. Sono piani diversi e già abbiamo espresso la nostra solidarietà al primo cittadino”. “I processi e le condanne – continua Santulli – devono avvenire nei tribunali. Però non ci si può sottrarre ad offrire una tutela morale alla Città, per questo noi dell’Osservatorio Politico Sociale ‘Libero’ abbiamo deciso di coinvolgere altre associazioni cittadine per costituirci noi, al posto del Comune di Aversa, parte civile”.
Sulla vicenda che ha messo a rumore il mondo politico cittadino, interviene anche un esponente della maggioranza, il capogruppo di Noi Aversani, Nico Nobis. “Da quanto è scritto nella delibera di giunta – afferma l’avvocato aversano – quale fondamento della rinuncia a costituirsi parte civile nel procedimento penale The Queen, sia all’epoca dei fatti che attualmente, l’immobile denominato ‘Casa Dello Studente’ non sarebbe stato, né allora né oggi, nella disponibilità dell’ente comunale, facendone quindi venir meno la legittimazione ad innestarsi nel processo. Credo che queste valutazioni siano state fatte nel modo opportuno, con il supporto di tutti gli uffici (legale e segreteria generale) e pertanto probabilmente ci sarebbe potuto essere, sulla scorta di tali argomentazioni, il diniego all’ammissione di parte civile dell’ente da parte del magistrato nel corso del processo. Questo per quanto concerne in dato tecnico; per quanto, invece, al prosieguo della vicenda, confidiamo nell’operato della magistratura e speriamo, con altrettanta fiducia, per la città e per i cittadini, che possa concludersi a breve questa situazione”.