Ad: “Dal Pd solo un diluvio di volgarità”

di Redazione

Alleanza DemocraticaSANT’ARPINO. Il gruppo di maggioranza “Alleanza Democratica”, che sostiene il sindaco Eugenio Di Santo (definito “il muto” dalla minoranza), replica alle pesanti accuse dell’opposizione del Partito Democratico ritenendole “un diluvio di volgarità”.

Riceviamo e pubblichiamo:

“Incapace, muto, bugiardo, calunniatore, mistificatore, mascalzone, menzognero, firma senza leggere, delirante, firma senza capire, cricca, banda del muto, vendetta trasversale: ecco il meglio del repertorio lessicale vomitato dal Partito Democratico nel volantino di domenica scorsa (17.10.2010). Per la serie ‘la classe non e’ acqua’.

Occorreva difendere gli interessi personali del capogruppo Del Prete e il Pd (il partito dei lavoratori…) non si è lasciato pregare. Ha immediatamente vomitato veleno a volontà, anche se in fin dei conti questo atteggiamento risponde a una legge della natura. Alcuni animali (gli insetti in particolare) quando si sentono in pericolo si difendono cacciando fuori il veleno che hanno in corpo. E l’uomo non è altro che l’evoluzione degli animali (secondo alcuni della scimmia). Ma il tentativo volgare e appassionato di difendere il capogruppo Elpidio Del Prete è, ahi noi, smentito dai fatti, che parlano da soli. Ed è anche questo il motivo per cui il ‘muto’ evita di sprecare il suo fiato, utilizzandolo tutti i giorni per parlare con i cittadini, per dare risposte ai problemi della gente. D’altronde è la vita stessa che è fatta così: c’è chi vomita offese e volgarità, e c’è chi opera in silenzio (il ‘muto’) per il bene della collettività; c’è chi lavora a costo zero rinunciando allo stipendio (sempre il ‘muto’) anche 15 ore al giorno per il bene del paese, e c’è invece chi percepisce lo stipendio da 15 anni senza andare mai a lavorare.

E’ la vita, cari concittadini. Quella stessa vita che ci ha fatto conoscere il Partito Democratico (figlio del Partito Comunista) come il ‘partito dei lavoratori’ e che da circa un mese è impegnato in una battaglia ‘politica e morale’ a difesa del proprio capogruppo e dei suoi interessi di famiglia (Patronato Acai). Davvero sconcertante. Cos’altro si potrebbe aggiungere? Niente, un bel niente. Viene proprio voglia di restare ‘muti’ di fronte a tanta sfacciataggine.

Dicevamo prima che i fatti parlano da soli. E allora facciamoli parlare i fatti:

i familiari del consigliere Del Prete Elpidio (come confermato dal Pd nel volantino di domenica 17 ottobre) gestiscono a S.Arpinola sede zonale del Patronato Acai;

il Patronato Acai ha ricevuto incarichi (senza gara) dal Comune di S.Arpino dal 2001 al 2008;

il Patronato Acai negli anni 2001 e 2002 ha svolto la propria attività per il Comune dietro un compenso di circa 10 milioni di vecchie lire all’anno;

nel 2003 il ‘muto’ (a quel tempo assessore alle politiche sociali) ha letto le carte, le ha evidentemente ben capite, ed ha preteso che il servizio continuasse da quel giorno in poi a costo zero. Ed infatti dal 2003 in poi il Patronato Acai (per colpa del ‘muto’) ha continuato la propria attività senza più percepire una sola lira dal Comune di S.Arpino;

nel 2009 il Comune si è permesso di affidare il servizio al Patronato Labor (ma il Patronato Acai, dopo 9 anni di monopolio, non ha gradito ed ha “scoperto” che l’affidamento andava fatto con una gara e quindi ha presentato un ricorso al Tar, che ha imposto la gara);

veniamo allora alla gara:si è conclusa il 16.04.2010. Fino a quel giorno il ‘muto’ si trovava in buona compagnia. Al suo fianco c’era Elpidio Del Prete (più muto di un pesce) che parlava poco, scriveva niente, denunciava nulla, preoccupato come era solo a partecipare a quante più commissioni possibili (ma sia chiaro, solo per dovere di consigliere comunale (!), mica per giustificare qualche decina di assenze dal posto di lavoro?). Dopo quel giorno le cose sono cambiate e Del Prete ha cominciato a parlare, gridare, scrivere, diffidare, denunciare, litigare, etc., etc. . (ne sanno qualcosa i vigili urbani, il segretario comunale, gli assessori, i dipendenti comunali e persino le mura del Municipio);

in data 08.09.2010 la Giunta Comunale, con delibera numero 123, ha preso atto che nel frattempo la legge era cambiata e che le pratiche degli invalidi civili sono state trasferite per competenza tutte quante all’Inps di Aversa, mentre quel poco rimasto in carico al Comune poteva ormai essere gestito direttamente dai dipendenti comunali (insomma non c’era più bisogno di alcun Patronato).

Questi i fatti nudi e crudi. Le considerazioni e i commenti li lasciamo ai nostri concittadini. Le offese e le volgarità le lasciamo invece a chi non ha argomenti da dibattere ma solo interessi personali da tutelare. Quanto al ‘muto’, ha deciso per l’occasione di rompere il silenzio e ringraziare pubblicamente per l’appellativo attribuitogli, certo di avere nella storia illustri predecessori: Pietro Ivaldi (pittore) detto il ‘Muto di Toleto’; Dauferio (uomo politico) detto il ‘Muto’; Emanuele Filiberto di Savoia (principe di Carignano) detto il ‘Muto’; Ercole Sarti (pittore) detto il ‘Muto’ di Ficarolo.

Dice il ‘muto’ (morale della favola): “E’ meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio!’”.

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