E’ scontro tra i comuni di Milano e Sesto San Giovanni per le spese di “deposito salma” del del terrorista Anis Amri, autore della strage compiuta a Berlino del 19 dicembre 2016, rimasto ucciso il successivo 23 dicembre davanti alla stazione ferroviaria del comune alle porte del capoluogo lombardo durante uno scontro a fuoco con la polizia.
Il sindaco Roberto Di Stefano (Forza Italia), che ha conquistato una vittoria storica alle ultime elezioni amministrative nella città che dal Dopoguerra era in mano alla sinistra, non a caso definita la “Stalingrado d’Italia”, ora tuona contro l’amministrazione milanese di Giuseppe Sala: “Siamo alla follia. Sono esterrefatto. – commenta il sindaco sestese – Quella che per oltre sei mesi era un’ipotesi assurda e irrealizzabile in Italia è incredibilmente diventata realtà. I miei uffici mi hanno appena mostrato la fattura del Comune di Milano, pari a un importo di 2.160,18 euro, con la quale viene chiesto all’amministrazione comunale di Sesto San Giovanni di pagare le spese di ‘deposito salma’ del terrorista Anis Amri, autore della strage di Berlino”. “A scanso di equivoci – sottolinea Di Stefano – dico subito che mi opporrò con ogni mezzo a questa vergognosa e offensiva richiesta e che i soldi dei miei cittadini mai saranno utilizzati per far fronte a questa richiesta”.
La richiesta è motivata dal fatto che, per la legge nazionale, le spese post-mortem di una persona non reclamata sono a carico del Comune in cui la stessa è morta. E la fattura del Comune di Milano riguarda i costi di deposito della salma di Amri per oltre sei mesi è stata ospitata dall’obitorio comunale di Milano, per poi essere condotta in Tunisia, paese d’origine del terrorista.
Ma Di Stefano non molla: “Non mi interessa assolutamente nulla. Qui stiamo parlando di un mostro che non merita alcuna pietà. Per questo ho già provveduto a scrivere al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al ministro degli Esteri, Angelino Alfano, e al sindaco di Milano, Sala, per comunicare loro che Sesto San Giovanni non pagherà mai nulla. Se proprio ci tengono provvedano loro. Noi anche nel rispetto di Fabrizia Di Lorenzo, vittima italiana di quella strage, e di tutte le altre persone morte in attentati terroristici di matrice islamista, oltre che in segno di attenzione delle forze dell’ordine, non destineremo mai un euro per saldare questa fattura”.