Il teatrino della politica aversana ha dato il peggio di se stesso in questo mese di luglio. Una pessima esibizione di tutti i protagonisti presenti sugli scanni del civico consesso, incuranti del cattivo esempio offerto alla città, amministrata con sciatteria e negligenza.
Invece di governare come suo dovere, la maggioranza ha pensato bene di compiere atti che sanno di vecchio, di stantio, di putrido. Siamo tornati indietro di trent’anni con le maggioranze variabili, il trasformismo imperante, il baratto di voti non solo con gli elettori ma anche nel Consiglio comunale.
In effetti questi ignobili vizi della politica nostrana non sono mai scomparsi, perché il tutto ha un unico fine: mantenere ben saldo il proprio potere a scapito degli interessi della collettività. Nel frattempo abbiamo assistito al paradosso del massimo organo istituzionale di discussione democratica utilizzato a proprio piacimento, umiliato nelle sue funzioni, paralizzato da veti incrociati. Con artifizi e infantili astuzie la maggioranza è stata capace di non far approdare in Consiglio comunale il confronto su un tema per lei delicato e scivoloso: la possibilità che il Comune di Aversa si costituisca parte civile nel processo ‘The Queen’, che vede coinvolto il sindaco. Un atto che, se pur prerogativa della giunta, doveva essere discusso in Consiglio comunale, in quanto luogo chiamato a controllare ed eventualmente contestare le delibere adottate e non dalla stessa giunta.
A pagarne le spese di questo insano immobilismo, dell’assenza di un programma concreto e attuabile, della vergogna di una classe politica che pensa solo al proprio orticello, agli interessi personali e non ha una visione saggia di cosa voglia dire gestire un’intera comunità, è come sempre la città. Il discorso vale anche per l’opposizione, in particolar modo per il maggior partito, incapace di comprendere l’estrema gravità della situazione. Il Pd prima si allea e accetta fra i suoi iscritti chi del trasformismo e dell’occupazione di poltrone ha fatto sempre il suo credo, poi piange sul latte versato. Ma non sapevano, i signori del Partito Democratico, chi fossero Capasso, Innocenti e lo stesso neo assessore Rossi? Ben gli sta. Speriamo che gli serva da lezione ma ne dubitiamo fortemente.
Tutto questo malcostume, oltre ad impedire alla città di progredire, tarpa le ali a coloro che tentano di proporre soluzioni fattibili ai problemi che la tormentano. Con il ‘Patto per la movida’ e la mobilità sostenibile grazie ai parcheggi e al servizio navetta per la zona del tribunale, l’Associazione Politico-Culturale Democrazia & Territorio ha portato avanti proposte concrete. Nessuna risposta è arrivata in merito.
Il ‘Patto per la movida’, nonostante le continue sollecitazioni e le pubbliche promesse del sindaco, è andato nel dimenticatoio, a dimostrazione dell’inconsistenza della classe politica aversana, tutta indistintamente. Alla quale Democrazia & Territorio continuerà, comunque, a rompere le scatole, su queste e altre questioni, chiamandola alle proprie responsabilità, con l’unico scopo del bene di Aversa e dei suoi cittadini.
Associazione Politico-Culturale Democrazia & Territorio