Attimi di terrore nel pomeriggio di mercoledì nei locali della Caritas di Aversa. Il responsabile della struttura, don Carmine Schiavone, i giovani del servizio civile ed alcuni volontari sono stati tenuti sotto la minaccia di un coltello da un immigrato marocchino, durante l’orario di apertura per consentire ai fruitori dei servizi di poter fare la doccia.
L’uomo, come si è potuto accertare dai documenti che ha lasciato sul posto, è un marocchino poco più che trentenne, che è stato denunziato ai carabinieri della locale stazione ai quali è stata chiesta, così come alle altre forze dell’ordine, nei limiti del possibile, una maggiore presenza presso quello che è l’unico punto di riferimento non solo per gli immigrati (ne sono ospitati diverse decine di quelli giunti in Italia sui famigerati barconi dalla Libia), ma anche persone italiane che versano in disagiate condizioni socio-economiche, spesso con bimbi piccoli.
Secondo una prima ricostruzione, l’immigrato, dopo aver fatto la doccia, avrebbe estratto un coltello e avrebbe minacciato i presenti. Solo la pazienza e il sangue freddo di don Carmine avrebbe evitato il peggio.
Non si è riusciti a capire il motivo, ma si ipotizza che, forse, si è di fronte al gesto di una persona esasperata. L’uomo, quando ha capito che erano stati avvertiti i carabinieri e che a breve sarebbero giunti sul posto, ha fatto perdere le proprie tracce, allontanandosi dai locali della Caritas. Sul posto, però, ha lasciato i suoi documenti attraverso i quali le forze dell’ordine sono giunti alla sua identificazione.
Dopo la denunzia, il nordafricano è ricercato, anche se si ipotizza che non si sia allontanato più di tanto dalla zona.