Il giornalista Mattia Feltri, prendendo spunto dal recente fatto di cronaca che ha visto il comune casertano di Frignano al centro di una indagine giudiziaria, avviata dalla Procura di Napoli Nord, tendente a colpire il fenomeno dell’assenteismo nella Pubblica Amministrazione, ha descritto il nostro comune come una “Macondo d’Italia”, espressione del declino e del degrado sociale e morale e soprattutto dell’arretratezza culturale del nostro paese. “È terra dei fuochi, è terra del clan dei casalesi, è terra abbandonata dallo Stato”.
È opinione di tutti gli onesti e operosi cittadini che l’illegalità in tutte le sue espressioni e ovunque si manifesti vada sempre ripudiata e che sia giusto diffondere la notizia di tali episodi. Lo sdegno emerge incontenibile allorquando una notizia relativa a “presunte” condotte illecite riceve dalla stampa una diversa evidenza mediatica a seconda della zona geografica in cui esse si manifestano: condotte analoghe e più gravi quando avvengono al Nord passano quasi inosservate o, comunque, non ricevono la stessa cassa di risonanza mediatica di quando accadono al Sud.
Potenza della stampa libera! Più appetitosa per la stampa risulta l’idea di offrire ai lettori una distorta e denigrante visione di una piccola e laboriosa comunità del Sud che, come tante altre realtà del Belpaese, lotta ogni giorno per veder riconosciuti i propri diritti.
Cosa c’entra, mi chiedo, l’assenteismo di Frignano con la terra dei fuochi e la terra dei casalesi. L’assenteismo, purtroppo, è una piaga che colpisce non solo i Comuni ma tutti i settori della pubblica amministrazione.
Si intuisce che il dottor Feltri, con il suo articolo, dal quale non traspare la compostezza e la signorilità del suo illustre genitore, ha mirato unicamente ad attirare l’attenzione. Forse ci sarà anche riuscito a mettere in cattiva luce un intero paese costituito da gente operosa e piena di dignità e che per dovere di cronaca è lontano da oltre duemila anni da quella “Macondo” dove gli abitanti “ indicano le cose con il dito perché non hanno ancora un nome”.
Non è giusto, quindi, gettare discredito su una comunità solo per fare notizia e ciò non rende neppure onore a chi lo fa. Non si scrive di realtà che non si conoscono e il dottor Feltri conosce molto poco, anzi proprio nulla della realtà di Frignano (Caserta), paese dove la gente non “frigna” ma si rimbocca le maniche e va oltre.
Frignano non è né la voce di un verbo (frignare) né la Macondo d’Italia ma una comunità con una storia millenaria prima con i Greci poi con gli osco-sanniti e poi con Romani (Campania felix) documentata da reperti archeologici rinvenuti e attualmente presenti in vari musei nazionali ed esteri fra cui una “situla” del pittore di “Frignano” esposta nel museo archeologico di Milano. D’altronde, di persone che fanno i “forti” con i deboli e i “servi” coi padroni ce ne sono a iosa.
Venga a trovarci dottor Feltri, saremo onorati di ospitarla e di farle conoscere il nostro paese. Con profonda stima, nonostante tutto.
Prof. Lucio Santarpia
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