Una funzionaria della Prefettura di Catanzaro, Nerina Renda, 53 anni, e un imprenditore Salvatore Lucchino, gestore della coop Gianal che si occupa di accoglienza migranti, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione.
La donna, all’epoca dei fatti in servizio al Settore immigrazione rifugiati, secondo l’accusa, in cambio di denaro avrebbe favorito il gestore della cooperativa per instaurare una convenzione con la Prefettura inerente la gestione del servizio dei richiedenti asilo. Il “prezzo” pagato dall’imprenditore sarebbe un immobile a Feroleto Antico (sequestrato) e la promessa di somme di denaro.
L’indagine è stata avviata a seguito della stipula, il 29 dicembre 2014, di una convenzione tra la Gianal Srl e la Prefettura, dopo l’esito della gara d’appalto bandita per l’assegnazione del servizio. Sarebbe emerso che Lucchino avrebbe stretto una relazione con la Renda, che all’epoca era in servizio all’area IV – Settore Immigrazione rifugiati della Prefettura. Gli accertamenti avrebbero dimostrato che, in costanza del rapporto con l’Ente pubblico, nel giugno 2015 Lucchino avrebbe ceduto a Renda l’immobile a Feroleto Antico.
Da ulteriori accertamenti sarebbe emerso che la funzionaria avrebbe partecipato attivamente all’espletamento della procedura di gara indetta dalla Prefettura il 14 luglio 2014, anche con sopralluoghi e ispezioni nella struttura di Lucchino che, secondo l’accusa, risultavano volutamente e strumentalmente positivi.
Dalle indagini, poi, è scaturito il ruolo della Renda, nel frattempo destinata ad altro incarico, in seno alle imprese del compagno, quale amministratrice “di fatto” del centro.