Cineclub, la programmazione di dicembre

di Redazione

NESSUNA VERITA' CASAGIOVE. Dicembre è da sempre un mesepoco favorevole ai cinefili doc.

Per questo motivo i responsabili del Cineclub Vittoria chiedono di comprendere i motivi che spingono il sodalizio a rivederela programmazionedurante questo periodo. Sono ben lieti di discuterne con i frequentatori del Cineclub più nel dettaglioesono disponibili per approfondire insiemel’argomento.

Programma dal 3 al 18 Dicembre

Mercoledì3 eGiovedì 4: LA CLASSE di Laurent Cantet(Orario spettacoli: 16.00 – 18.30 – 21.15)

Da Venerdì5 a Martedì 9:NESSUNA VERITA’ di Ridley Scott(Feriali16.00 – 18.30 – 21.15- Festivi 16.00 – 18.10 – 20.20 – 22.30)

Mercoledì10 eGiovedì11 : GIU’ AL NORDdiDany Boon (Orario spettacoli: 16.00 – 18.30 – 21.15)

Da Venerdì12 a Martedì 16 : THE BURNING PLAIN di Guillermo Arriaga (Feriali16.00 – 18.30 – 21.15- Festivi 16.00 – 18.10 – 20.20 – 22.30)

Mercoledì17 eGiovedì18 : L’UOMO CHE AMA diMaria Sole Tognazzi(Orario spettacoli: 16.00 – 18.30 – 21.15)

N.B.: Il film THE HURT LOCKER, già previsto per Giovedì 11 dicembre,sarà inseritonella programmazione Club di Gennaio

LA CLASSE

Un film di Laurent Cantet. Con François Bégaudeau, Nassim Amrabt, Laura Baquela, Cherif Bounaïdja Rachedi – Drammatico, durata 128 min. – Francia 2008.

Un film miracolosamente in delicato equilibrio tra documento e finzione, da parte di Laurent Cantet, regista che ha sempre preso il lato poetico della sociologia (Risorse umane, A tempo pieno) ancorandosi al presente. Racconta la quotidiana odissea di un professore progressista di una terza media di Parigi, classe multietnica e Francois Bégaudeau è se stesso, autore anche del libro Einaudi. La storia vive nel suo farsi, viva e immediata anche se organizzata con personaggi, trovate e scopre dinamiche nuove, non facili né semplici nel rapporto didattico, disegnando un enorme punto di domanda sulla nostra società in divenire. Utile il dialogo? Il disagio esplode, la conoscenza è l’ unica difesa rimasta. La classe rappresenta l’ antropologia del cinema vero, la sua funzione morale di grimaldello con la verve simpatica di due ore che passano in un lampo ma non si dimenticano più.

Maurizio Porro – Corriere della sera

NESSUNA VERITA’
Un film di Ridley Scott con Leonardo DiCaprio, Russell Crowe, Mark Strong, Golshifteh Farahani, Oscar Isaac, Ali Suliman, Alon Abutbul, Vince Colosimo, Simon McBurney, Mehdi Nebbou, Michael Gaston, Kais Nashif, Jamil Khoury, Lubna Azabal, Ghali Benlafkih. Genere Drammatico produzione USA, 2008 Durata 128 minuti

Nessuna verità di Ridley Scott ha incassato in 5 settimane circa 37 milioni di dollari. Pochi davvero per un film a grande spettacolo, con sensazionali scene d’ azione, che mobilita due star come Leonardo DiCaprio e Russell Crowe. La spiegazione del parziale insuccesso sta nel fatto che gli americani non vogliono guardare in faccia la paurosa realtà del momento, preferiscono spettacoli più spensierati (in soli tre giorni, tanto per restare in campo spie, lo scervellato Quantum of Solace può vantare 67 milioni). Insomma quello di Ridley Scott è un peccato di serietà: e lo prova il modo in cui il suo sceneggiatore William Monahan ha ripulito lo scadente romanzo originario (Newton Compton) del giornalista del «Washington Post» David Ignatius: via le scene di sesso e altre banalità tipiche del thrilling. Per non parlare del finale, che sulla pagina festeggia un matrimonio e sullo schermo è ben più amaro e credibile: sono passati i tempi in cui Hollywood concludeva Moby Dick (quello muto, con John Barrymore) mandando a nozze il capitano Ahab anziché farlo stritolare fra le fauci dalla balena. Adesso succede spesso il contrario, cioè che i film rispecchiano il mondo in cui viviamo con più rigore della letteratura di genere. C’ è tuttavia un difetto del libro che Scott non è riuscito a correggere ed è la farraginosità a volte oscura di una trama dove tutti tradiscono tutti e sono pronti a tutto. Per cui l’ agente DiCaprio, pur capace di uccidere a sangue freddo, conserva una residua dose di umanità rispetto a Crowe suo cinico superiore, che se ne sta in un comodo ufficio a Langley o addirittura con i bambini nella quiete di casa sua. Per quasi un’ ora di film i due non s’ incontrano, parlano a un telefonino segreto e non di rado si scontrano perché il primo si sente forte dell’ esperienza di chi opera sul campo e l’ altro ha la freddezza machiavellica di chi vede le cose da migliaia di chilometri di distanza. Inutile dire che gli attori sono bravissimi, ma in un film in cui anche i comprimari sono impeccabili si ritaglia un bel numero anche Mark Strong nei panni dell’ ambigua e ben vestita superspia giordana. Merita spiegare, a questo punto, che gli interpreti sono facilitati da un regista avido di verità capace di seguirli con otto occhi, tante sono a volte le macchine da presa pronte a catturare da ogni parte gesti, espressioni e intonazioni da offrire all’ oculata scelta del supermontatore Pietro Scalia.

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