Fino a 180 migranti sono stati costretti dagli scafisti a gettarsi in mare dal barcone su cui viaggiavano davanti alle coste dello Yemen: finora 5 corpi sono stati recuperati e circa 50 persone sono ritenute disperse. Lo rende noto in un comunicato l’Oim, l’agenzia dell’Onu per le migrazioni. L’episodio segue quello di mercoledì, sempre nella stessa zona, in cui almeno 50 migranti sono morti affogati per lo stesso terribile motivo.
Si tratta del secondo incidente avvenuto in appena 24 ore. Mercoledì sera 120 migranti adolescenti etiopi e somali sono stati lasciati deliberatamente annegare da uno scafista nella stessa zona, davanti alle coste dello Yemen. Secondo l’agenzia Oim almeno 29 sono morti e altri 22 risultano ancora dispersi.
Nel frattempo, 700 migranti subsahariani hanno tentato senza successo un assalto in massa al “muro” che separa l’enclave spagnola di Ceuta dal territorio marocchino. I profughi sono stati bloccati dalla polizia prima di raggiungere la doppia alta recinzione metallica che separa la località iberica dal Paese africano. Circa mille persone avevano fatto lo stesso martedì, ma erano state respinte dagli agenti.